Pavard Inter. Il difensore francese ha rilasciato una lunga intervista a La Repubblica in cui ha raccontato il suo primo anno con la maglia dell'Inter cominciando da Simone Inzaghi: "La seconda stella è arrivata grazie al lavoro di tutti, ma è lui il mister. Non sottovaluta niente. E la sua mentalità è condivisa da tutti alla Pinetina. Per questo stiamo così bene insieme. Tiene tantissimo a ogni particolare. Lo si capisce da come si agita in panchina. All’inizio lo guardavo con stupore, non avevo mai visto niente del genere. Anche dopo la vittoria del campionato, ci ha detto che è importante vincere le gare che restano, non abbiamo limiti. Dobbiamo restare campioni d’Italia, pur sapendo che è molto difficile confermarsi”. Ancora è intenso il fervore della seconda stella tra i tifosi nerazzurri: il mese di festa vissuto con grande intensità è nel cuore di Pavard: "Se ne avevo vissuta un'altra simile? A Stoccarda, al Bayern Monaco, meno. Poi anche per il Mondiale con la Francia, ma il pullman a Parigi viaggiava più spedito, non ci abbiamo messo otto ore. I miei connazionali rossoneri? Prima della partita con il Milan li avevo stuzzicati, dicendo che saremmo diventati campioni contro di loro. Siamo amici, ma il derby è il derby. In campo con Theo ci siamo affrontati, scontrati e spinti”. Perché all'Inter dopo il Bayern Monaco?Avevo vinto tutto e ho capito che era il momento di cambiare, cercavo una nuova avventura e volevo conoscere l’Italia, vivere la passione della Serie A. Poi c’è la tattica. A Monaco giocavo terzino, qui centrale, che è il ruolo che preferisco. Inzaghi ci lascia molta libertà. Qui è un continuo dai e vai. Dobbiamo salire, creare spazio, dialogare con il regista, quindi la tattica ha avuto la meglio". Quando ti piacerebbe fare il primo gol con l'Inter? "Nel derby, ovviamente. Ma sarebbe bello anche in Inter-Juventus”.