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La via del gol: ecco il vero Lautaro Martinez

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Il calcio, come sosteneva Pier Paolo Pasolini nel suo articolo pubblicato su Il Giorno nel ’71, è un linguaggio con i suoi poeti e i suoi prosatori. Probabilmente il segno più importante di questo linguaggio è l’atto del segnare un gol. E per un attaccante, il ruolo che ha fatto innamorare i tifosi di questo sport, è come l’aria.

Lo sa bene Lautaro Martinez che ha abituato l’Inter e l’Argentina a vedere grandi gol e pure decisivi. Una situazione che nel corso del 2024, soprattutto in questa prima metà della nuova stagione, non sembrava ripetersi. Ma, al di là dei gol mancati, il Toro di Bahìa Blanca e capitano nerazzurro ha sempre lavorato per la squadra e i suoi compagni. Mancavano solo i suoi sigilli: che in questo inizio 2025 stanno iniziando ad arrivare sempre più frequentemente.

L’inizio sottotono

La scorsa stagione Lautaro Martinez aveva abituato a sfornare gol ogni qualvolta se ne presentava l’occasione. Sul ventesimo Scudetto e sulla seconda stella c’è la sua indelebile firma da capocannoniere della Serie A 23/24. Ma oltre all’Inter, ha trascinato anche la sua Argentina alla conquista della Copa America (capocannoniere della competizione, con tanto di gol decisivo in finale).

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Il rientro anticipato non gli ha permesso di ritrovare la condizione perfetta: nelle prime uscite della stagione attuale ha avuto difficoltà, risultando appannato sia nelle prestazioni che sotto porta. Una condizione non ottimale che lui stesso ha denunciato nel post-partita del primo derby contro il Milan, spiegando di non stare al meglio.

Da quell’unica sconfitta in campionato, il numero 10 nerazzurro ha ritrovato la rete, anche se a fatica. Da ottobre fino al 23 dicembre, tra campionato, Coppa Italia e Champions ha registrato sei gol e quattro assist (statistiche di Transfermarkt).

Crescita di condizione

Nonostante numeri non del miglior Lautaro Martinez, il capitano ha in realtà messo in campo tutte le sue qualità per aiutare la squadra. Il Toro argentino si è reso protagonista di ottime prestazioni, anche senza insaccare la palla in rete – con qualche errore di troppo sotto porta.

Nessuno ha perso la fiducia sul suo conto, anzi compagni e tifosi lo hanno sostenuto perché hanno visto l’impegno in campo. E nonostante la sua rabbia per i gol mancati, non si è abbandonato al malumore.

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La crescita si è vista in maniera decisa, risultato forse anche di una grande maturità raggiunta – grazie a quella fascia che indossa. Da capitano dell’Inter, infatti, non si è perso d’animo nemmeno nella sconfitta in Supercoppa italiana contro il Milan.

Dopo il periodo con pochi gol, Lautaro sembra essere ritornato. Dalla sfida contro il Cagliari fino a quella di ieri sera contro lo Sparta Praga, in sette partite (tra tutte le competizioni giocate) ha messo a referto cinque gol.

Con quello di ieri sera contro lo Sparta Praga – rete pesantissima visto che avvicina l’Inter verso la qualificazione diretta alla fase finale di Champions League -, il numero 10 nerazzurro raggiunge quota 14 gol nella massima competizione europea per club, mettendosi al fianco di Adriano come miglior marcatore interista in Champions.

Un traguardo che, sommato alla continuità e ai colpi da fuori classe, può solo dare ulteriore fiducia e benzina ad un giocatore come Lautaro Martinez – che non ha nulla da dimostrare circa la sua caratura di campione.

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