20 Maggio 2009: Preziosi, presidente del Genoa, dichiara ufficialmente l’acquisto dell’Inter di Diego Alberto Milito, uno degli uomini e campioni dell’Inter di Mourinho che conquistò il TRIPLETE.
“Una mossa azzardata quella del presidente Moratti. Non si può preferire Milito a Acquafresca”. Questo era il pensiero a caldo di molti commentatori sportivi. Diego Milito, soprannominato “principe”, nell’anno precedente aveva siglato ben 24 gol con la maglia del Genoa; soltanto uno in meno al capocannoniere Zlatan Ibrahimovic (all’epoca numero 9 dell’Inter).
Il suo esordio con l’Inter fu a Pechino, l’8 Agosto nella Supercoppa contro la Lazio. Primo match da titolare. Fu la prima di campionato (Inter-Bari), dove si procurò persino un rigore, trasformato in seguito da Eto’o. Il suo primo gol arriva il 29 Agosto nel derby di Milano, su rigore. Invece in Champions lo segnò nella partita dei gironi di Champions, contro la Dinamo Kiev.
Sin da subito si ambientò bene nell’Inter che poi sarebbe stata quella gloriosa e famosa per il triplete: ad oggi nessuna squadra italiana è mai riuscita a farlo. Consiste nel vincere nello stesso anno campionato, coppa nazionale e Champions League. “Quando sono lì, in campo, il gol non è né un pensiero leggero, né un’ossessione: semplicemente, è il mio mestiere.” Questa è la citazione più bella. Nonostante rimase all’Inter per 5 anni, ha lasciato il segno soprattutto i primi due anni: in mezzo a tanti trofei spicca il Triplete. Il Principe segnò i gol decisivi e portò l’Inter nella Leggenda.
Nel 2010, anno del Triplete, segnò in ogni turno di Champions nella fase eliminatoria ( un gol a Chelsea, un gol al CSKA di Mosca, un gol al Barcellona e due gol al Bayern Monaco), in Coppa Italia decise la finale col suo magnifico gol in contropiede ai danni della Roma e in campionato oltre alle 22 reti, siglò anche la rete che consegnò lo scudetto ai neroazzurri: quello a Siena. Tutto andava per il meglio, fino al suo primo infortunio lieve. Al rientro, contro il Cluj, il suo ginocchio sinistro ebbe un’ipertensione così grave che si temette l’addio ai campi di calcio.
Per fortuna la pausa forzata durò “solo” sei mesi. Al rientro, ovviamente non fu più quello di una volta e lui stesso per concludere la carriera, preferì tornare alle origini e provare a regalare un altro titolo (cosa che fece) alla squadra che l’aveva lanciato: il Racing. Prima del trasferimento, bisogna ricordare una data importante per noi interisti: 18 Maggio 2014. Quella sera al Bentegodi, contro il Chievo, si ritirarono i quattro argentini ormai colonna portante di quell’Inter vincente: Milito, Cambiasso, Samuel e Zanetti.
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