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St. Etienne: l’epopea “les verts” anni settanta

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St. Etienne. Rimembrare il calcio anni Settanta avrà sapore “vintage“, per carità, non lo metto in dubbio, ma l’epopea dei “Les Verts” del St.Etienne appartiene all’enciclopedia dello sport più bello del mondo. Tra poche righe vi narrerò la storia di una squadra che in Francia ancora oggi ricordano come la loro creatura più amata, capace di incendiare i cuori degli appassionati transalpini fino ad allora devoti al rugby e avviò il vostro scriba all’amore senza via d’uscita per il gioco del pallone.

Il St.Etienne non ebbe grande fortuna – ad eccezione di un primo titolo di campione di Francia conquistato nel 1957 – fino all’avvento alla presidenza nei primi anni Sessanta di Roger Rocher. Abile industriale, avverte la necessità di conferire un’identità professionistica a tutti i settori della società: sportivo, finanziario, formativo. I primi anni sono alterni, la squadra scende in seconda divisione per risalire velocemente nell’elite ed avviare un’era di straordinari successi. Nel 1964 giunge subito il secondo titolo, ma è il poker consecutivo di trionfi in campionato tra il 1967 e il 1970, sommati a due Coppe di Francia e tre Supercoppe, a fare del St.Etienne la squadra più forte di Francia.

Il panorama nazionale è conquistato, urge a questo punto provare a dare l’assalto a quell’Europa che nella seconda metà degli anni Cinquanta il Reims di Kopa, Fontaine e Piantoni ha solo sfiorato. Ecco allora che nel 1972 la guida della squadra viene affidata a Robert Herbin, 33 anni, gloriosa bandiera del club con il quale ha giocato 382 partite e segnato 77 reti proprio a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. Dalla folta chioma riccia e rossiccia, eccellente motivatore e tatticamente all’avanguardia, costruisce un gioiello calcistico che mette in bacheca altri tre campionati (74/75/76) ed altrettante Coppe di Francia (74/75/77) ma soprattutto porta il St.Etienne ad un passo dal titolo di campione d’Europa.

Stagione 1975/1976, quando già l’anno prima la corsa si era interrotta nella semifinale di Coppa Campioni con il Bayern Monaco dopo un’epica doppia sfida agli ottavi con l’Hajduk Spalato, 1-4 in trasferta ribaltato dal 5-1 casalingo. Lo stadio Geoffroy-Guichard diventa teatro di partite entrate nella leggenda del calcio francese. Lo jugoslavo Curkovic in porta, la linea difensiva composta da Janvion, Lopez, il brasiliano Piazza e Repellini, a centrocampo Bathenay, capitan Larqué che batte le punizioni come solo Platini dopo di lui saprà fare, Santini e Sarramagna, in attacco Patrick Revelli e Rochetau: è la squadra dei sogni che liquida senza problemi KB Copenaghen e Rangers, ai quarti rimonta contro la Dinamo Kiev del leggendario Blokhin lo 0-2 dell’andata con il 3-0 che appartiene alla storia della massima manifestazione europea, in semifinale 1-0 e 0-0 con il PSV Eindhoven che vale l’accesso alla finalissima. Ancora una volta “Les Verts” trovano il Bayern Monaco di Beckenbauer, Sepp Maier, Gerd Muller e un giovanissimo Rummenigge. Si gioca all’Hampden Park di Glasgow davanti a quasi 55.000 spettatori, arbitra l’ungherese Palotai che è la miglior giacchetta nera d’Europa e la prestazione del St.Etienne è memorabile. La squadra di Herbin domina, colpisce due traverse con Bathenay e Santini ma all’epoca i legni della porta sono quadrati e la palla torna in campo invece di oltrepassare la linea bianca. I tedeschi, sornioni, attendono l’attimo per colpire e al minuto 57 una punizione dal limite di Roth infila Curkovic e infrange il sogno europeo degli “stéphanoise“.

La grande illusione finisce qui, così come proprio nel giorno più alto della sua storia calcistica inizia la lenta discesa del St.Etienne. C’è spazio per altri momenti di magia, come il campionato vinto nel 1981 quando Platini è la stella e Rep il suo delfino, ed un clamoroso 5-0 in casa dell’Amburgo in Coppa Uefa nel 1980 ma l’occasione della vita ormai è passata e lo scandalo finanziario “caisse noir” che nel 1982 coinvolge il presidente Roger Rocher mette la parola fine all’epopea dei “Les Verts“.

Oggi il St.Etienne è una buona squadra, che staziona nei quartieri medio-alti della graduatoria francese… ma quel St.Etienne che negli anni Settanta spadroneggiava in giro per l’Europa alberga solo nei ricordi di noi uomini di mezza età. Sob.

Autore Nicola Pucci – SportHistoria

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