Samuel Eto’o il formidabile giocatore dell’era del Triplete
Il Re Leone un grande giocatore ed un grandissimo uomo
Samuel Eto’o il formidabile giocatore dell’era del Triplete. Samuel Eto’o Fils nasce a Nkon, in Camerun, il 10 marzo del 1981.
“Vivo in Europa ma dormo in Africa” ebbe a dire, nel corso di un’intervista, Samuel Eto’o, già consacrato sul palcoscenico mondiale come uno degli attaccanti più forti della sua generazione.
La frase sottolineava un legame speciale con il suo paese d’origine. Ambasciatore UNICEF ha creato, insieme al suo agente e amico Josè Maria Mesalles, la “Fundacion Privada Samuel Eto’o” per aiutare i bambini e i giovani del Camerun.
E’ stato un attaccante molto veloce, difficile da marcare proprio in virtù di una mobilità costante e imprevedibile.
Amava giocare da centravanti ma una volta arrivato all’Inter si trasformò in un esterno d’attacco per volere del tecnico Mourinho.
Nel modulo 4-2-3-1 il camerunese si trovò a suo agio. Simile ai movimenti di un pendolo divenne punta e difensore nello stesso tempo.
Indimenticabili i suoi ripiegamenti difensivi che fecero spellare le mani ai tifosi nerazzurri. L’umiltà e il grande spirito di abnegazione nell’eseguire entrambe le fasi ne fecero un idolo della tifoseria che lo amò in modo viscerale.
Dotato di grande intelligenza tattica si rivelò bravo sottorete ma anche importante fonte di gioco per i propri compagni.
Eto’o segnava tanto ma era anche prezioso come suggeritore in virtù di assist capaci di aggirare il fronte avversario. Straordinaria fu, infatti, la sua visione del gioco.
Il dribbling, infine, era micidiale, a tratti ubriacante.
Il Re Leone rappresentò una delle migliori operazioni di mercato dell’era Moratti.
Il presidente nerazzurro pose fine da un lato ai mal di pancia di Ibrahimovic che caratterizzarono l’estate del 2009 e dall’altro assicurò all’Inter un futuro glorioso.
Ibra prese, infatti, la strada verso Barcellona e la squadra catalana pose, sul piatto del baratto, Eto’o più altri 46 milioni di euro. Un affare, per l’Inter.
Quello che è accaduto poco dopo è sotto gli occhi di tutti. La squadra trovò la giusta consacrazione in termini di gioco e di successi.
Il Triplete fu un autentico capolavoro.
Il 5 maggio 2010 Eto’o conquista il suo primo titolo con la maglia nerazzurra: la Coppa Italia. Undici giorni dopo, il 16 maggio, si aggiudica lo scudetto ed il 22 maggio vince anche la Champions League.
In Champions League è decisivo il 16 marzo 2010, quando, a Stamford Bridge, realizza il gol-vittoria (0-1 finale) nella gara di ritorno degli ottavi contro il Chelsea.
Lì, nella tana dei lupi. Lì, dove i pionieri hanno inventato il calcio e, i Maestri, ancora oggi, lo insegnano al mondo.
Lì, dove puoi essere sommerso dal tifo incessante, quello che ti fa piegare le gambe, per la paura di subire l’assedio.
Si, perché quel giorno erano lupi pronti a sbranarci e Malouda dirigeva l’orchestra. Lì, in quel momento è nata la Leggenda; è nato un Sogno; è nato il Capolavoro.
Poi Wes viola l’ipotesi tenue del fuorigioco e accarezza in cielo l’emozione di un goal. Eto’o corre verso tutto quello che può restare di un campo di gioco; uccide anche l’aria che incontra prima di baciare e rimettere la maglia agli dei.
Sullo sfondo, lo Stamford Bridge subisce il silenzio passivo della sconfitta. Lì, un sogno che non fu più un sogno ma realtà.
Se dobbiamo trovare un momento indelebile di Eto’o con la casacca nerazzurra è sicuramente nella semifinale di ritorno di Champions League contro il Barcellona.
Il campo è difficile e la squadra si trova in inferiorità numerica. Eto’o gioca addirittura da terzino sinistro per più di un’ora. Gioca e difende bene. Offrendo l’ennesima prova di serietà e bravura.
La strada verso Madrid è tracciata. In parallelo con una carriera, la sua, esemplare.
102 presenze e 53 reti con la maglia dell’Inter, i numeri di Eto’o. Grazie Re Leone!