Andrea Ranocchia ha posto la parola “fine” alla sua carriera all’alba della stagione calcistica 2022/2023, costretto nella decisione dopo aver rimediato una frattura scomposta al perone nell’esordio in A con il suo nuovo club, il Monza, contro il Napoli.
Ciò che adesso resta per lui in merito al suo operato sono solamente i ricordi di ciò che è stato, ricordi, sensazioni e aneddoti che l’ex conoscenza nerazzurra ha voluto condividere con tutti durante una serata organizzata dall’Inter Club dell’Istituto dei Tumori di Milano di cui è stato ospite.
Il viaggio nella sua carriera
Durante i 90′ minuti in cui si è concesso alle più svariate domande Ranocchia non ha tralasciato nulla del suo passato calcistico, offrendo una panoramica temporale vastissima che va dal suo esordio fino alla chiamata di Galliani al Monza per quello che sarebbe potuto essere l’ultimo ballo. La sua carriera tra i grandi inizia con l’Arezzo, e racconta di come una sera, quando militava ancora nelle giovanili del club, ricevette una chiamata da Antonio Conte, all’epoca mister della prima squadra, una chiamata che ha sancito l’inizio di tutto e che ha ricordato così: “Ero nelle giovanili, avevo 17 anni. Lui allenava la prima squadra in Serie B. Mi chiama e mi dice che avrei giocato titolare il sabato, e che ci avrebbe pensato lui a farmi fare il contratto. Conte è un vincente, con una grandissima cultura del lavoro e carisma“.
Conte sarà una costante nella carriera di Ranocchia, con i due che si ritroveranno anche all’Inter e al Bari. Proprio in Puglia Ranocchia formerà una coppia di centrali difensivi solidissima con Leonardo Bonucci, che è valsa anche la promozione in A per il club biancorosso, con Andrea che tra i due sembrava essere quello destinato a maggiori fortune in campo: “Tutti dicevano che ero il più forte tra i due, ma alla fine Bonucci ha dimostrato di essere il migliore“.
Dopo una breve parentesi al Genoa arriva l’Inter, dove ha collezionato 170 presenze dal 2011 al 2022, arco di tempo dove vi sono stati anche due prestiti annuali presso la Sampdoria e l’Hull City in Inghilterra. Proprio presso i nerazzurri ha costruito i suoi più bei ricordi, come la vittoria della Serie A sempre con Conte nel 2020/2021 e tutti i momenti vissuti nello spogliatoio nei lunghi anni, parlando così di alcuni suoi ex compagni e avversari: “Handanovic era il più serio, Brozovic il più mattacchione e divertente. I più difficili da marcare? Higuain e Ibrahimovic, anche se in un’occasione Miccoli mi ha fatto impazzire“.
Il flusso del discorso si è poi spostato dal campo alla panchina, con Ranocchia che ricordato i tanti mister che lo hanno accompagnato nel suo percorso: “Gasperini l’ho avuto per poco, ma quando ero al Genoa mi disse di marcare Sneijder anche se fosse andato in bagno. Il Mancio resta nella storia, mentre Spalletti ha scavato la buca per questo ciclo vincente, con Conte che ha messo i mattoni e Inzaghi che ha costruito un palazzo“.
Ritorno al presente
Una volta terminato il momento del dolce ricordo di ciò che è stato, a Ranocchia è stato chiesto un parere sulla corsa scudetto in atto, sulla quale si è mostrato alquanto pragmatico senza sbilanciarsi: “Prevedo una lotta tra Inter, Napoli e Atalanta. La Juventus, al momento, è solo un progetto“.
Prima di congedarsi Ranocchia ha ringraziato tutti i presenti e ha sostenuto come sia stata la forza della passione a rendere tutto questo possibile, ricordando come è giusto smettere di giocare quando non ci si diverte più.