Ieri la Curva Nord è entrata con 30 minuti di ritardo nel settore a loro dedicato per protesta. Dopo la denuncia di un tifoso che ha riferito di esser stato costretto a ritardare l'ingresso anche con metodi abbastanza violenti, il tifo organizzato nerazzurro ha pubblicato sui suoi canali social un comunicato di risposta alle accuse. "Basta strumentalizzazioni, ieri protesta civile per i nostri diritti. Ancora una volta veniamo additati, per opportunismo mediatico, con condanne per comportamenti che non abbiamo avuto", si legge all'inizio del comunicato. E ancora: "Ieri è stato rivolto un semplice invito ai frequentatori della parte bassa della Nord di attendere 30 minuti prima di accedere ai propri posti con lo scopo di dar maggior visibilità alla protesta. Nessuna prepotenza, nessuna violenza e ci siamo rotti il c**zo di vedere sempre stampa e tv condannare gli ultras a prescindere invece di contribuire a tutelare i diritti dei tifosi".

Proteste per i divieti imposti fino a fine stagione

Curva Nord Inter allo stadio San Siro La nascita della protesta in Inter-Genoa del tifo nerazzurro è da ricercare nelle sanzioni che ha subito post Inter-Juventus del 4 Febbraio e dai rispettivi divieti che gli sono stati imposti, ovvero: divieto di esporre bandiere e di utilizzare gli impianti di amplificazione della voce, sino al termine della stagione. Infatti la Curva Nord interista poco prima dell’inizio della partita ha comunicato che avrebbe disertato la suddetta partita, per poi prendere un ulteriore decisione di disertare la partita solo per i primi trenta minuti di gioco. Poi al minuto 30 del primo tempo è entrata nel suo settore, secondo anello verde, ricevendo gli applausi di tutto lo stadio. Sarà una coincidenza ma così come la Curva Nord è entrata allo stadio e ha iniziato ad intonare il coro "Internazionale devi vincere" insieme a tutto lo stadio, i ragazzi in campo si sono svegliati, hanno alzato il ritmo del motore e sono andati in gol; testimonianza di legame che la squadra ha con il suo popolo.