Inzaghi aveva spesso parlato di come il suo lavoro permettesse di rivalutare le squadre che allenava e aveva ragione: con lui l’Inter si è rivalutata del 45%.
L’aveva detto in tempi non sospetti
Simone Inzaghi e il tempo gli ha dato ragione:
“Dove vado io aumentano ricavi e trofei”. Ogni approfondimento sui suoi trofei sarebbe superfluo (il mondo nerazzurro non ha ancora smesso di festeggiare l’ultimo, il più prestigioso, titolo nazionale), ma un focus sull’incremento del valore della rosa è dovuto e lo fa oggi il
Corriere dello Sport:
con una rivalutazione del 45%, l’Inter è passata da un valore di 456 milioni a 661. Il merito non è certo solo di Inzaghi, a lui va affiancata infatti una dirigenza solida che ha adottato una linea di mercato presa a modello da molte squadre, creando una linea identitaria forte e investendo poco, e soprattutto bene, sugli innesti più funzionali.
Buona parte dell’incremento boom della rosa dell’
Inter è sicuramente merito di operazioni a parametro zero come lo sono state quelle di
Thuram e
Calhanoglu. Le due gemme dell’Inter della seconda stella, per dirla come l’ha detta
Tikus durante una live instagram, “
sono costati meno di un caffè” e oggi hanno un valore che si aggira, rispettivamente, intorno ai 70 e 40 milioni di euro.
Nel corso di questa stagione sono cresciuti poi elementi che già si pensava fossero al loro massimo livello, come
Bastoni e
Barella, allevati da Conte ma maturati per leadership e personalità con Inzaghi. E non dimentichiamo
Lautaro, che dal giorno del suo arrivo ha sempre alzato l’asticella delle aspettative con prestazioni sempre crescenti e una leadership invidiabile che gli è valsa la fascia da Capitano. Ci sono poi gli uomini di Inzaghi come
Federico Dimarco, divenuto uno dei riferimenti per qualità delle giocate e abnegazione alla maglia. L’unico cartellino da campione durante l’estate è stato quello di
Pavard, acquistato in sconto per via del suo ultimo anno di contratto con il Bayern Monaco e che ora è tornato a valere 50 milioni dopo una stagione che sarebbe potuta essere complicata per fase di adattamento e un terribile infortunio subito a Novembre.
Ci sono poi i
senior, gli over 30 che non vedranno lievitare le loro quotazioni ma solo per ragioni anagrafiche. Insomma, il lavoro di
Inzaghi è un capolavoro assoluto di bellezza sotto ogni punto di vista.