Fabio Capello, dalle pagine della Gazzetta dello Sport ha detto la sua sulla sfida del Maradona, esponendo il suo pensiero su molteplici argomenti, partendo da un duello per lui chiave sulle fasce: "Ci sono due giocatori che possono fare danni alle due squadre: uno si chiama Di Lorenzo e l’altro si chiama Dimarco". "Si trovano a giocare tutti e due nella stessa zona del campo, uno contro l’altro: sono i due terzini della Nazionale che si incrociano e che hanno grande qualità e pericolosità quando superano la metà campo, mentre hanno un po’ meno qualità – almeno rispetto alla fase offensiva – quando sono chiamati a difendere. Quindi, da quella parte ci sarà il duello chiave".

Sul reparto offensivo

Capello si sposta poi sul tema che più interessa il grande pubblico, ovvero la sfida nella sfida tra due dei reparti offensivi più prolifici d'Europa guidati dalla coppia K'varatskhelia-Osimhen e dalla coppia nerazzurra Thuram-Lautaro. Capello la pensa in questo modo: "il recupero di Osimhen potrebbe incidere davvero molto a livello psicologico", e ricorda che in casa nerazzurra "Lautaro è cresciuto molto e con Thuram forma la coppia perfetta: l’argentino è un realizzatore, un uomo d’area; il francese ha una visione di gioco che io raramente ho visto in molti attaccanti. Gioca molto spesso di prima, con una giocata in verticale difficile da leggere, che lui solo vede e sa fare. Il Napoli deve fare molta attenzione a questa intelligenza calcistica di Thuram".

Il centrocampo e la possibilità di fare cambi

Mister Capello sottolinea anche un'altra sfida decisiva nella partita di stasera a centrocampo, dove sempre più spesso nel calcio moderno si decidono le partite: "Queste grandi sfide spesso possono essere decise dai cambi. Io ho un pallino che è Davide Frattesi: secondo me è una mezzala di quelle che possono fare la differenza, che sono pericolose in ogni zona del campo. Lui ha un senso dell’inserimento straordinario e questo è molto importante: Mazzarri deve fare attenzione agli inserimenti dei centrocampisti, Barella e Micki, i centrocampisti azzurri dovranno stare attenti a non farsi attirare dal pallone, ma a leggere il movimento al limite dell’area delle mezzali".
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