Le origini di Çalhanoğlu: dai video di Juninho alle minacce
Hakan Çalhanoğlu è diventato un pilastro insostituibile per l'Inter, tornata in vetta al campionato di Serie A nell'ultima giornata. La sua assenza non ha pesato sull'affermazione in casa della Fiorentina e il centrocampista turco tornerà a guidare il centrocampo della Beneamata nella super sfida di domenica con la Juventus, con in palio una bella fetta di scudetto, come fatto sin da quando ha iniziato a calcare i campi di calcio.
Un istinto naturale per il pallone
Il giovane Hakan nasce a Manheim, in Germania, l'8 febbraio 1994 e sin da bambino muove i suoi primi passi nel mondo del pallone, seguendo un istinto naturale che lo lega indissolubilmente al pallone, una passione di famiglia. In Germania, l'attuale capitano della nazionale turca inizia a modellare il proprio talento partendo dal settore giovanile del SV Waldhof Mannheim, società del suo paese natale per poi passare a 15 anni nel Karlsruher, prima squadra professionista della carriera di Çalhanoğlu che lo mette in mostra agli occhi del calcio europeo e che gli valgono nell'estate 2012, la firma sul contratto offertogli dall'Amburgo che lo lascia in prestito ancora una stagione in cui metterà a referto 39 presenze e 17 reti contribuendo notevolmente alla promozione in Zweite Liga, la seconda divisione tedesca.
Il suo esordio con l’Amburgo avviene nell'agosto del 2013 e nel corso della stagione il centrocampista turco riesce a segnare 11 reti in 32 apparizioni, spesso offrendo giocate che vanno oltre l'immaginabile, come la punizione messa a segno da 40 metri nella gara con il Borussia Dortmund del 22 febbraio 2014. Al classe 1994 cominciano a interessarsi diverse squadre, con il Bayer Leverkusen in prima fila.
Il salto di qualità di Çalhanoğlu avviene con le aspirine dove in tre stagioni collezionando 115 presenze e 28 reti. La tecnica e l'abilità del fantasista di Manheim si affinano partita dopo partita; tra le linee è immarcabile, è devastante nel dribblare avversari e puntare la porta. In questo periodo di grazia, per Hakan arriva forse uno dei sigilli più significativi della carriera. Ispirato dalle gesta di David Beckham e Juninho Pernambucano, di cui era solito ammirare i video riguardanti le prodezze del cecchino brasiliano e con il quale vennero spesi immediati paragoni, l'allora 21 enne nella gara contro il Bayern Monaco della stagione 2014-2015 cancellò l'incredibile record del portiere tedesco Manuel Neuer, che mai aveva subito un gol da calcio di punizione durante la sua esperienza in Baviera.