Corriere | Arresti ultras: "Per i calciatori e l’allenatore il rischio di squalifiche"
Secondo il Corriere in edicola stamani i tesserati non possono parlare con gli ultras.
Dopo la notizia degli arresti che hanno decimato i direttivi delle due curve milanesi di Inter e Milan con l'accusa di associazione a delinquere aggravata nel caso della curva nerazzurra del metodo mafioso, la Procura sportiva ha acquisito gli atti per vederci chiaro e capire se ci sono comportamenti scorretti da parte di calciatori, allenatori o società stesse.
Il Corriere della Sera in edicola questa mattina ha chiarito come per regolamento i tesserati di un club non possono avere dialoghi con il tifo. Precisamente il giornale scrive:
“Calciatori, dirigenti e allenatori possono avere gli ultrà come interlocutori? Possono incontrarli quando questi vogliono «spronare» con i loro metodi la squadra? Possono andare sotto la Curva ad ascoltare le «ramanzine» o le offese degli ultrà? La risposta è no. La procura Figc (che ha chiesto gli atti a Milano) approfondirà le telefonate di Simone Inzaghi e gli incontri di Skriniar e Calabria: farà la differenza capire se ci sono state intimidazioni, è il tenore delle conversazioni che conta. Il codice di giustizia sportiva regola i rapporti che i tesserati devono intrattenere con il tifo organizzato nell’art. 25, «Prevenzione di fatti violenti». Oltre a vietare alle società di finanziare i gruppi organizzati, si precisa: «Durante le gare o in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, ai tesserati è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana".
Cosa si rischia
Ancora il Corriere scrive: "In caso di violazione le sanzioni sono quelle dell’art. 9, comma 1, lett. e) o h): oltre alle multe, la «squalifica di una o più giornate» (in caso di «particolare gravità, la squalifica non è inferiore a 4 giornate»); per i dirigenti «inibizione temporanea». E le società? Non sembra questo il caso in cui si applichi la responsabilità oggettiva, quindi la perdita di punti”.