Inter fuori dalla Champions League per colpa di una serie sfortunata dagli
undici metri: i tre errori decisivi di
Sanchez,
Klaassen e
Lautaro hanno condannato i nerazzurri a terminare con netto anticipo rispetto all’anno scorso il proprio cammino europeo. Soltanto un errore, invece, per i
Colchoneros di
Simeone con
Saul che si è lasciato ipnotizzare da
Sommer.
Nonostante lo specialista dal dischetto
Hakan Calhanoglu (nessuno come lui in
Serie A per numero di rigori calciati e segnati, 7/7), infatti, proprio nel match contro gli spagnoli è stata messa in evidenza la mancanza tra le file nerazzurre di specialisti in grado di trasformare un penalty. Il dato, però, riguarda in realtà molte squadre del nostro campionato: tra rotazioni, errori ed infortuni, questo 2023/2024 non è stata certo la stagione dei rigoristi.
Finita l’era dei rigoristi? Dopo gli errori recenti dagli 11 metri i dati parlano chiaro
Nella corrente stagione di
Serie A sono stati assegnati ben 105 rigori dei quali 78 sono stati trasformati in gol e 16 invece sono stati parati. La percentuale di realizzazione, del 74,29%, è più vicina al dato più basso degli ultimi 20 anni (70,34% nel 2014/2015) che a quello più alto (86,09% nel 2008/2009), e di conseguenza è vicina ai numeri migliori la percentuale di rigori parati (15,24%, mentre la più alta è stata del 22,88% nel 2014/2015). La statistica che emerge da questi numeri non è molto generosa nei confronti di chi calcia: tendenzialmente
si segnano tre rigori su quattro.
Il problema maggiore, però, arriva quando si guarda agli specialisti designati da ogni formazione per andare sul dischetto: soltanto
6 rigoristi su 20 sono stati confermati dall’inizio della stagione a questa parte, cioè
Calhanoglu,
Immobile,
Giroud,
Pessina,
Dybala e
Sanabria. Tra gli altri molti sono stati fermati da
infortuni che hanno tolto loro anche il posto fisso sui penalty, come nel caso di
Deulofeu o
Berardi, alcuni rientrano in un giro di
turnazioni per cui non hanno nemmeno il posto fisso da titolari, si vedano i vari
Nico Gonzalez,
Cheddira e
Orsolini, altri ancora non hanno nemmeno mai ottenuto un calcio di rigore (
Lapadula del Cagliari,
Lookman dell’Atalanta e
Bonazzoli del Verona) o sono stati protagonisti di episodi particolari che li hanno sfavoriti (la squalifica di
Pogba ad esempio o l’esclusione dalla rosa della Salernitana di
Dia).
Quest’anno, inoltre, i calciatori che si sono presentati sul dischetto sono stati ben 49, con
9 squadre su 20 che ne hanno cambiati almeno tre. Gli errori sono molti, gli specialisti infallibili sempre meno, i posti fissi da rigorista ancora più rari. Hanno avuto più chances di emergere, paradossalmente, i calciatori che ha sono diventati rigoristi per sostituire chi saltava molte partite, commetteva troppi errori o non era sempre in campo, ma la
crisi dagli 11 metri è qualcosa di evidente e tangibile in tutto il nostro campionato.