Lautaro Martinez ha parlato ai microfoni di
Uefa Champions League Magazine nell'ultimo episodio raccontando curiosità, confessioni, dettagli personali e obiettivi sul campo. Il numero 10 nerazzurro si è soffermato anche sulla sua storia e su frasi o parole particolarmente significative per lui: ecco le dichiarazioni che ha rilasciato l'argentino.
Il toro inizia parlando dei suoi
tatuaggi e spiega: "Il primo l'ho fatto a 15 anni anche se mia mamma pensava che fossi troppo giovane. Ho iniziato con il nome di mio nonno". Per tutti gli altri, poi, l'ex
Racing racconta che rappresentano se stesso, ancora la sua famiglia o frasi che lo caratterizzano in modo speciale.
Lautaro e la sua storia: "Nella mia famiglia si respirava calcio, era la mia strada"
"La nostra famiglia aveva davvero poco, è stato difficile, ma mi ha fatto crescere" dice
Lautaro a proposito delle difficili condizioni economiche in cui si trovava a vivere in Argentina. A casa sua, però, il calcio non è mai mancato: "Ho capito che dovevo seguire il calcio perché era la mia strada, da me lo sport è sempre stato parte della famiglia"
Il capitano nerazzurro ha poi spiegato anche l'origine del suo soprannome, "
Il toro": "Al
Racing mi chiamavano così perché ero sempre deciso e cattivo nei duelli", e così testimonia anche un altro tatuaggio: "Sul braccio ho proprio scritto «Quel che non mi uccide mi fortifica», mi ci identifico molto e mi ricorda quello che ho passato da piccolo".
Sull'
Inter, poi,
Lautaro ha soltanto parole calorose ma anche determinate: "Le cose sono più semplici se sei in un gruppo di amici e fratelli che viaggiano insieme. La
Champions? Ogni trofeo è un obiettivo quando giochi per una squadra come la nostra".