Punto De Vrij: davvero ora di partire? A volte il destino può giocare dei brutti scherzi. È pur vero che in questi casi si può dire che in realtà lo scherzo è stato apprezzato, visti gli esiti finali. Tuttavia resta del tutto curioso ammirare questi giochi di casi, coincidenze ed eventi irreali che accadono in quel momento specifico. Un po' come quando parli della tua macchina preferita e dopo soli 10 minuti ti passa affianco in tutto il suo splendore. Sì, è un esempio banale, ma spiega il concetto incomprensibile della coincidenza: un evento che accade quando meno te l'aspetti, qualcosa che sussiste solo grazie al destino e alle leggi dell'universo. Per lo meno, questo è ciò che alcuni di noi comuni mortali pensiamo riguardo a questo strano fenomeno. Se vogliamo analizzare un esempio più concreto, allora dobbiamo dare uno sguardo al percorso di Stefan De Vrij all'Inter, iniziato proprio con uno scherzo del destino. Torniamo indietro al 2014, quando il centrale olandese passa alla Lazio per una cifra intorno ai 8,5 milioni di euro. Fortemente voluto da Stefano Pioli, l'ex Feyenoord si impone sin da subito nel 433 biancoceleste, andando a migliorare sempre di più un reparto difensivo del tutto preoccupante. In effetti la sua abilità nel ruolo ha reso più presentabile una difesa piuttosto precaria, incapace di dare stabilità e sicurezza ad una formazione non di certo stellare. De Vrij è stato quel colpo di fortuna in grado di salvare una stagione, sebbene la sua giovane età e la sua inesperienza in Serie A. La Lazio non navigava in acque dolcissime, ma per fortuna è arrivato un allenatore con cui il centrale olandese stringerà un rapporto di stima e fiducia decisamente importante: Simone Inzaghi. Dal suo arrivo nel 2016, le sue prestazioni sono migliorate sotto ogni aspetto. La fase difensiva non è mai stata un problema per lui, ma le contromisure di Inzaghi e qualche aggiustamento in più hanno messo in discussione un centrale già piuttosto affermato, rendendolo ancora più devastante negli ultimi 20 metri. È riuscito a perfezionare il colpo di testa, assieme alle uscite fuori area e al mantenimento della posizione. Le basi c'erano tutte, ma Inzaghi è riuscito a migliorarle ulteriormente. D'altronde, è una delle sue migliori qualità. 190 partite all'attivo con un solo allenatore non si raggiungono per caso. La relazione sentimentale fra i due è decisamente forte, poiché ognuno sa di potersi fidare dell'altro. L'exploit raggiunto con il tecnico piacentino è unico nel suo genere, poiché nessun'altro è riuscito a risultare così incisivo come lui. Nulla poteva slegare questo nodo, eccetto che per la chiamata dell'Inter. È qui, infatti, che lo scherzo del destino è arrivato. Eh sì, perché l'ultima partita in biancoceleste prima di approdare a Milano è stata proprio un Lazio-Inter. In quella partita nulla era scontato, perché il vincitore della sfida sarebbe approdato in Champions League, relegando dunque il vinto all'Europa League. L'epilogo lo conosciamo già tutti.

De Vrij-Inter: si prosegue o ci si saluta?

In 6 anni di Inter, De Vrij ha dimostrato di essere un difensore esemplare. L'esperienza alla Lazio lo ha di certo forgiato, ma all'Inter è riuscito a raggiungere una maturità tale da renderlo quasi indispensabile. Le prestazioni arrivate quest'anno non ricordano quelle di 2-3 anni fa, eppure la sua mancanza sul campo si sente. Di certo le presenze ottenute in questa stagione possono esserci state anche grazie alla stima reciproca con Inzaghi, ma ciò che non è scontato è l'apporto che quest'ultimo è riuscito a dare. Alternandosi ad un altro profilo esperto come Francesco Acerbi, l'ex Feyenoord è stato determinante per sorreggere il reparto difensivo, istruendo le due giovani leve - Alessandro Bastoni Benjamin Pavard - e guidando il nuovo arrivato verso la retta via - Yann Bisseck -. Insomma, bella l'amicizia e la fiducia, ma poi ci deve essere qualcosa di concreto. Stefan ce l'ha messo. L'età è una bestia nera per tutti e questo non possiamo ignorarlo. Inutile dire come l'Inter stia sondando profili come Alessandro BuongiornoMario HermosoJaka Bijol per puntare su nuovi prospetti, in grado di fare la fortuna dei nerazzurri per molti anni. Affrontare una stagione da 50-60 partite con due centrali over 30 purtroppo non stuzzica le società che hanno voglia di competere ad alti livelli. Tuttavia, ci sono delle questioni da analizzare sulla figura del centrale olandese e su cui il tecnico ex Lazio dovrà fare delle scelte. Acerbi ha più volte dimostrato di saper giocare nel suo ruolo, accompagnando le sue ottime abilità nella marcatura ad un buon posizionamento. Le sue condizioni fisiche, nonché comportamentali in alcune situazioni, rendono piuttosto complicato l'accettare una sua permanenza. De Vrij è il difensore che tutti vorrebbero, per esperienza, qualità e leadership sul campo. Da vice-capitano dell'Olanda è in grado di gestire le dinamiche di spogliatoio, oltre che legare un reparto neonato. Bastoni è nel pieno della sua carriera, Pavard ha esperienza internazionale, ma lui è l'unico che può riuscire a gestire le situazioni di pericolo. È fondamentale avere un leader e una figura chiave in ogni reparto, capace di attenuare i nervi tesi e ridimensionare il ruolo, guidando i suoi studenti a fare lo stesso. Anche qui c'è bisogno di far prevalere l'affetto e il forte sentimento d'amicizia del tandem De Vrij-Inzaghi, poiché a far leva sul futuro precario all'Inter ci sono le sirene arabe. A Gedda, sponda Al-Ittihad, Pioli chiama a gran voce il suo ex difensore, ma è davvero questo il momento per andarsene?