Il caos arbitri secondo Graziano Cesari. Dopo Inter-Verona i media italiani si sono riempiti di polemiche arbitrali come non succedeva da tempo e a distanza di diverse giornate di campionato le polemiche sembrano fare tutt'altro che placarsi. L'ultimo episodio di questa vicenda risale all'intervista che un arbitro a volto coperto ha rilasciato al programma televisivo Le Iene, destando così un vero e proprio terremoto all'interno del sistema tanto che, in merito, si sono espressi non solo i giornali, ma anche i professionisti del settore. Ultimo di questi, l'ex arbitro e moviolista in tv, Graziano Cesari in un'intervista rilasciata al Corriere dello Sport.
Cesari ed il caos arbitri: le parole del fischietto di Boccadasse
Nell'intervista che il quotidiano sportivo ha pubblicato nella giornata di oggi, le immagini delLe Iene sono l'argomento da cui Cesari intende partire. Sono durissime le parole che l'ex arbitro riserva all'uomo mascherato che qualche giorno fa è stato intervistato dal programma di Italia1, dichiarando che, con il suo comportamento, si è macchiato di infamia. "Un arbitro la faccia la mette sempre". Per di più, Cesari si dimostra infastidito dagli episodi che sono stati raccontati, poiché erano già stati dichiarati a gran voce gli errori di Valeri a Salerno e quelli di Nasca al VAR in occasione di Juve-Bologna e di Inter-Verona. Sono 78 gli errori commessi finora, sanati dall'operato della tecnologia, più 8 commessi nonostante l'utilizzo del VAR. Per Cesari, questi numeri sono da ricondurre allo scontro che si genera tra chi si trova ai monitor e chi invece scene in campo. Gli arbitri sul terreno di gioco devono prendere decisioni in frazioni di secondo, e per questo c'è bisogno di freddezza e lucidità, mentre chi sta in sala VAR ha a disposizione molteplici immagini, motivo per cui raccomanda maggior coesione nella squadra arbitrale e, se necessario, il diritto di prendersi più tempo per adottare la decisione migliore.
In merito alla posizione di Rocchi, Graziano Cesari prende le sue difese, dichiarando assurdo metterlo in discussione a fine stagione, per cui a maggior ragione sarebbe assurdo farlo ora. L'intervista si conclude con una domanda che Cesari sembra fare a se stesso in merito al motivo per cui la presidenza dell'AIA, associativa e priva di remunerazioni economiche, sia ambita così tanto da scatenare una lotta così aspra tra i suoi membri.