In attesa del 4 giugno, giorno dell'elezione del nuovo presidente e del CdA nerazzurro, si continua con il toto nome del possibile futuro presidente dell'Inter. Tra i meglio visti per il ruolo c'è sicuramente Beppe Marotta.

Con l'insediamento della nuova proprietà all'interno dell'universo dell'Inter, molto preso sarà tempo di ricostruzione. Il 4 giugno, giorno in cui verranno alla luce i nomi del nuovo presidente dell'Inter assieme a quelli che costituiranno il CdA del club di Viale della Liberazione, non è molto lontano e i tifosi non dovranno pazientare a lungo per vedere la nuova era targata Oaktree prendere forma per garantire una squadra forte e competitiva. Il fondo di invesitmento americano non interverrà direttamente sulle questioni di mercato perché a tenere saldamente in mano le redini delle operazioni è come sempre l'Amministratore Delegato, Beppe Marotta, che qualcuno ipotizza o vorrebbe vedere in vesti diverse. La forza dell'Inter viene misurata non solo sul campo; se la Beneamata è riuscita dapprima a riassaporare dopo anni il dolce sapore offerto dal palcoscenico della Champions League fino a giungere alla conquista della seconda stella, il merito principale va alla dirigenza di Viale della Liberazione con in testa il proprio totem, quel Beppe Marotta insediatosi nel dicembre 2018 sulla sponda nerazzurra del Naviglio e che con la cultura degli acquisti a parametro zero è riuscito a rivoluzionare il concetto di sostenibilità e competitività, mantra che ora la nuova proprietà vuole estendere al proprio progetto d'investimento societario annunciato per i prossimi tre anni. Coadiuvato dall'instancabile sostegno di manager quali Piero Ausilio, Alessandro Antonello e Dario Baccin, l'ex direttore sportivo della Juventus è visto da molti come la figura su cui fare affidamento per la carica di presidente; un uomo della vecchia gestione a prendere in mano il timone della nave. Ma cosa ne penserà il diretto interessato? Intervenuto alla cerimonia di consegna del Premio Rosa Camuna, istituito dalla Giunta Regionale della Lombardia per riconoscere pubblicamente ogni anno l'impegno, l'operosità, la creatività e l'ingegno di coloro che si sono particolarmente distinti nel contribuire allo sviluppo economico, sociale, culturale e sportivo della Lombardia, l'ad nerazzurro è stato incalzato dalle domande dei giornalisti proprio su questo argomento e che ha voluto risolvere così: "Io sono un dirigente da quando ero giovane ed è giusto che resti dove sono. Non sono competente per il ruolo di presidente". Poche parole che lasciano poche speranze di vedere Marotta dietro la ex scrivania di Steven Zhang, considerato anche l'annuncio di dedicarsi ai giovani alla fine del rapporto con l'Inter. Molto più loquace sulla questione legata all'incontro con Oaktree e ai rinnovi dei big nerazzurri: "La nuova proprietà ha il serio interesse di lavorare per continuare sulla strada della continuità e di una stabilità sostenibile. Lautaro Martinez non deve diventare un caso, nel calcio le trattative sono lunghe ma si troverà un punto di incontro. Lautaro ama l'Inter e la città e questo faciliterà la trattativa con il suo entourage. Anche per Inzaghi vale lo stesso discorso; ora è un vincente e noi vogliamo tenerlo con noi per continuare in questo ciclo da lui aperto". Il tutto, secondo Marotta, avverrà con estrema tranquillità considerate le priorità aziendali da affrontare a seguito dell'insediamento di Oaktree a bordo dell'astronave Inter.