Zielinski: "Il centrocampo dell' Inter è uno dei più forti al mondo. Convinto da Inzaghi"
Il centrocampista polacco ha concesso una lunga intervista nella quale parla della nuova avventura che lo attende nonchè degli obiettivi e aspettative per la prossima stagione
Piotr Zielisnki si racconta in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport nella quale spiega i motivi per cui ha scelto il progetto nerazzurro, cosa può portare lui di nuovo alla squadra e come sono stati i primi giorni di ambientamento in una nuova realtà, dopo aver speso ben 8 anni all'ombra del Vesuvio.
Il suo è stato un acquisto celebrato il giusto nel momento in cui era tutto fatto e mancava solo il comunicato ufficiale. Il problema è che l'entusiasmo c'è stato a novembre, se proprio vogliamo andare sicuri a Febbraio, e dunque è scemato con il passare dei mesi, facendo passare il polacco come un acquisto scontato.
Ma di scontato nel prendere uno dei migliori centrocampisti della Serie A degli ultimi anni non c'è nulla, specialmente se facendo ciò lo togli allo stesso tempo a una tua potenziale concorrente per il titolo.
Conte ne sa qualcosa e infatti lo ha chiaramente detto nelle sue prime conferenze, la perdita di Zielinski è importante e va a rinforzare una concorrente diretta.
Zielisnki: “Il progetto tecnico di Inzaghi mi ha convinto, ho parlato con Arnautovic prima di venire qui”
L'intervista incomincia con una domanda sui primi giorni a Milano.
“All'inizio è stato un pò complesso, era tutto nuovo e non è facile cambiare dopo 8 anni in una squadra. Ma con il passare del tempo migliora sempre di più, l'ambiente è sano e questo aiuta molto. Prima di arrivare ho parlato con Arnautovic e gli ho chiesto di tutto, aveva ragione a dire che mi sarei trovato bene fin da subito”.
In merito al primo incontro con mister Inzaghi, il polacco risponde così:
“L'impatto è stato ottimo sia con lui che con lo staff, parliamo già molto. Rispetto al passato devo lavorare diversamente in fase di non possesso ma questi sono meccanismi che si imparano un po' alla volta. Non avevo mai fatto una preparazione così dura, ma è positivo: sono sicuro che vedrò gli effetti nel lungo periodo”.
Per quanto riguarda i motivi che lo hanno spinto a scegliere l'Inter:
“Avevo altre possibilità, in Italia e all'estero. C'erano anche dei club disposti a pagare il cartellino a gennaio, ma guardando alla qualità dei giocatori dell'Inter e al modo in cui Inzaghi li mette in campo ho pensato che fosse il posto giusto. Non ho avuto dubbi nel scegliere il progetto e ho pazientato”.
Nemmeno l'Arabia ha fatto cambiare idea.
“Quando mi hanno cercato ci ho pensato un giorno o due, ma poi ho deciso con la mia famiglia di restare a Napoli: c'erano moltissimi soldi in ballo ma mi interessa più la vita. Ora non vedo l'ora di giocare a San Siro che è mitico: lì ho segnato in maglia azzurra, adesso voglio farlo in maglia nera e azzurra".
Sulle difficoltà nell'inserirsi in un centrocampo così forte.
“Il nostro è uno dei centrocampi più forti d'Europa. E adesso che sono arrivato io, è ancora più forte (ride, ndr). Scherzi a parte, quando giocavi contro questa mediana ti accorgevi subito di quanto fosse intensa e completa: appena perdevano palla ti aggredivano per riconquistarla. Riguardo alla concorrenza, io spero di giocare più partite possibili ma quello che conta è farsi trovare pronti perché il tuo momento arriva prima o poi”.
In merito all'obiettivo reale della squadra per la prossima stagione.
“Oltre a rivincere lo scudetto, il sogno di tutti non può che essere la Champions. Non esiste niente di più grande e importante, anche perché il Mondiale per Club è una competizione nuova e poco conosciuta ancora. Non è impossibile ambire a tale traguardo per una squadra che è arrivata fino alla finale e che ha così tanta qualità”.
Alla domanda se questa squadra possa essere la più forte in cui abbia mai giocato, Zielinski risponde cosi:
“È ancora presto per rispondere, ma di certo questa squadra è fortissima: basti pensare alla superiorità mostrata la scorsa stagione. E allo scheletro vincente ci siamo aggiunti io, Taremi e Martinez… Non so se erano meglio o peggio ma anche il Napoli che sfiorò lo scudetto con Sarri e il Napoli di Spalletti erano spettacolari. Per me però sono sempre più importanti i successi di domani a quelli di ieri”.
In risposta a una domanda su Taremi e il suo carattere.
“È una persona per bene. Educatissimo e tranquillo, ha la testa del campione, concentrato sempre e solo sul gol. Una delle qualità che mi ha colpito, oltre al fisico e il saper difendere palla, è la freddezza. Quando si trova davanti la porta, la mette sempore dentro”.
Infine un commento sui compagni di reparto e una postilla sul numero di maglia.
"Calha è precisione pura, ma ciò che impressiona è la sua fase difensiva, l'aggressione, la corsa. Barella sa fare tutto alla perfezione e poi che intelligenza calcistica ha Mkhitaryan?!? Non è un caso che alla sua età resti ancora così in forma e che abbia fatto la carriera che ha fatto. Uno cosi lo osservi per imparare.
Sul numero, mi sono sempre trovato bene con il 20 ma non è un'ossessione. È giusto che lo tenga Calha, io ho chiesto la numero 7 che era libera e mi piace molto".