Inzaghi re di coppe, Inzaghi bravo a preparare gli scontri diretti ma allenatore limitato perché più da partita secca che da campionato. E invece no, ora la musica è cambiata. Il tecnico piacentino quest'anno ha trovato la quadra e sta guidando l'Inter verso la vittoria di uno Scudetto che ormai sembra scontata. Non tanto e non solo per il distacco dalla Juventus seconda, quanto più per le continue prove di forza che i nerazzurri stanno regalando ai propri tifosi. La partita dominata a San Siro con la Salernitana è l'ennesima perla di una collana sempre più lunga e preziosa. La ferocia con cui l'Inter ha azzannato la partita contro l'ultima in classifica dice molto della mentalità di un gruppo maturo e che ha imparato dagli errori del passato, quando il centesimo mancante per fare l'euro consisteva nella leggerezza con cui venivamo affrontate le gare con le squadre della parte destra della classifica. Il primo tempo di Lautaro e compagni è stato ai limiti della perfezione per qualità di gioco espressa e per continuità della prestazione. Impossibile dare meno di 7 in pagella anche solo ad uno dei titolari, Sommer a parte. La scelta dell'ex mister della Lazio di operare un turnover minimo ha pagato dividendi, anche se in questo senso la prova del nove sarà quella di martedì, quando a San Siro arriverà l'Atletico Madrid del grande ex Diego Simeone. Dei titolarissimi è stato risparmiato soltanto Dimarco, non ha giocato neppure Darmian, probabile titolare con gli spagnoli. Lautaro e Thuram hanno riposato nell'ultima mezz'ora. La sensazione è che al momento i calciatori nerazzurri giochino sulle ali dell'entusiasmo e questo di solito fa sentire meno la fatica. Staremo a vedere. Ciò che è certo è che la società in estate ha chiesto la seconda stella e Inzaghi sta guidando i suoi ragazzi verso l'obiettivo, proponendo un calcio che non ha nulla da invidiare alle big di Premier League e Liga, dominando un campionato in cui Juventus e Milan, seppur con alterne fortune, si stanno rivelando avversari di ottimo livello.