L'Inter scala la marcia con il Napoli e frena a San Siro pareggiando 1-1 con un gol di Darmian e uno sul finale dell'ex Juan Jesus: una frenata di poco conto se guardiamo la classifica e mettiamo sulla bilancia le 10 vittorie consecutive in campionato, sommate alle due partite di Supercoppa anch'esse vinte e se aggiungiamo anche l'andata degli ottavi di Champions League vinta nel traffico del calendario che da gennaio ha messo alla prova le energie fisiche e mentali dei nerazzurri. Una partita che ha fatto dire ai ragazzi di Simone Inzaghi "siamo umani" e come tali bisogna aspettarsi dei cali e forse per la prima volta mi sento di dire che la pausa con le varie nazionali arriva al momento giusto, forse ci voleva. Ieri sera, come già a Madrid, l'Inter ha dato segno di stanchezza e di non avere la brillantezza adeguata che ha sempre tenuto dall'inizio della stagione, ed è legittimo e normale così. Nessun contraccolpo dopo l'uscita di scena dall'Europa, ma anzi una partita intensa con tanti squilli alla porta di Meret. I nerazzurri per gran parte del match hanno proposto il loro gioco che sta dominando in Italia e sta lanciando questi ragazzi, con i giusti meriti, al titolo.

La giusta mentalità

Inter-Napoli è stata l'ennesima prova della giusta mentalità: seppur il neo del gol di Juan Jesus, l'Inter ha approcciato la partita con tranquillità senza voler e dover esagerare nel dare un riscatto alla partita contro l'Altetico. Nella seconda parte della ripresa è arrivato il calo fisico giusto che ci si aspetta dopo un percorso come quello dei nerazzurri, ma con i cambi Inzaghi ha dato il giusto respiro agli undici titolari e ha provato a dare uno scossone sul finale con Frattesi, Buchanan, Bisseck, Dumfries e Sanchez. La pausa servirà a ricaricare le pile per l'ultimissimo sforzo stagionale, per mettere in fortino quei 14 punti mancanti per arrivare matematicamente al traguardo e chiudere la meravigliosa stagione. Pochi passi ancora e tutti uniti possiamo arrivare alla meta coronando questo grande sogno.