Il calcio era arte, era il ritratto di Di Stefano e Pedernera nel River e di Martino e Pontoni nel San Lorenzo de Almagro, quando il giovane Angelillo era ancora nelle giovanili dell’Arsenal de Llavallon, ma il suo destino ormai era scritto: doveva diventare un grande calciatore.
Cresciuto calcisticamente come mezzala nelle giovanili del club argentino, venne acquistato nel 1955 poco più che diciottenne dal Racing Club de Avellaneda dove però, si fermò soltanto un anno, prima di essere acquistato dal Boca Juniors.
Qui, soprannominato “l’angelo dalla faccia sporca” il piccolo Antonio mise a segno 16 gol in 34 presenze, mostrando tutta la sua caparbietà nel costruire il gioco, fare assist e aiutare in difesa tanto da essere convocato nello stesso anno per giocare nella Nazionale.
Era il 15 agosto del 1956 quando fece il suo esordio in nazionale: Argentina- Paraguay vinto in casa 1-0.
L’anno successivo (1957) arrivarono invece le prime vere soddisfazioni, come la vittoria della Copa America, un titolo che la Nazionale Argentina si aggiudicò con 25 reti in 6 partite.
Il tridente era cosi sorprendentemente fenomenale che tutte le squadre europee avevano gli occhi puntati su di loro, ma la prima a muoversi fu proprio l’inter di Moratti che lo acquistò in quello stesso anno nel 1957.
La prima stagione nel club milanese non fu cosi sorprendente ma fu nella successiva (1958-1959), che Angelillo mise in scena il suo spettacolo: con 33 reti in 33 presenze si aggiudicò il titolo di capocannoniere della Serie A, un record tuttora valido nei tornei a 18 squadre.
Pur non vincendo nessun titolo con la casacca nerazzurra, l’argentino nelle sue quattro stagioni passate nell’Inter si distinse come prolifico attaccante, mezzala e tutto fare in campo totalizzando 77 gol in 127 partite.
Era il 1960 quando Antonio indossò per la prima volta la maglia giallorossa della Roma totalizzando nella sua prima stagione ben 27 gol, vincendo la Coppa delle Fiere (1960-1961) e successivamente la Coppa Italia (1963-1964).
Con l’As.Roma giocò per 4 stagioni a livelli molto buoni tanto che attirò l’interesse della Juventus, e del Milan.
Era il 1965 gli anni in cui, mentre l’Inter conquistava tutto, Angelillo continuava a cambiare club, passando dalla Roma al Milan di Liedholm, al Lecco e infine al Genoa in serie B.
Tra le sue principali scoperte alcuni personaggi divenuti poi “pilastri” nonché storia del club nerazzurro: Ivan Cordoba e Javier Zanetti.
Angelillo, malato da tempo da un male che non perdona,ci ha lasciato il 5 gennaio del 2018. R.I.P. Campione!
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