La sensazione è netta, difficile da ignorare: questa Inter è stanca, sulle gambe e forse anche nella testa. Dopo l’entusiasmante doppia vittoria sul Bayern Monaco in Champions League, la squadra di Simone Inzaghi ha evidenziato un calo preoccupante, culminato in tre sconfitte consecutive che rischiano di compromettere l’intera stagione. Un campanello d’allarme che ha spinto lo staff tecnico a interrogarsi non solo sul presente, ma anche sul futuro.
Preparazione estiva: un’estate disunita
Secondo La Gazzetta dello Sport, una delle cause principali del calo sarebbe legata a un’estate vissuta in modo frammentato. A differenza della scorsa stagione, quando Inzaghi ebbe a disposizione la rosa quasi al completo già durante il ritiro, quest’anno la preparazione è stata compromessa dagli arrivi scaglionati dei giocatori reduci da Europeo e Coppa America. Una condizione che ha reso difficile pianificare un lavoro atletico uniforme e graduale.
Il primo campanello d’allarme fu l’infortunio di Taremi, che obbligò Thuram e poi Lautaro ad anticipare il rientro in gruppo. Forse troppo presto, si chiedono ora in casa Inter. L’argentino ha pagato dazio fino a dicembre, ritrovando la forma solo nel 2025. Thuram, invece, ha cominciato a soffrire a livello fisico proprio in primavera. Il risultato? La tanto attesa “ThuLa” non è mai stata realmente al top della condizione insieme.
La nuova Champions: più partite, più fatica
L’altra variabile che ha inciso in maniera pesante è la nuova formula della Champions League, che ha introdotto due partite in più nel calendario invernale. Un carico supplementare che ha complicato la gestione fisica e mentale del gruppo. Inzaghi ha applicato un turnover ragionato, ma il problema sembra più profondo: riguarda la personalizzazione della preparazione atletica, la capacità di arrivare freschi nei momenti chiave. E aprile, storicamente cruciale, ha punito i nerazzurri.
Sotto osservazione
La gestione fisica della rosa è finita sotto stretta osservazione. Non sul piano medico, settore considerato d’eccellenza a livello europeo, e nemmeno sulle scelte tattiche del tecnico. Ma proprio nella struttura del lavoro atletico e nella capacità di adattarsi a un calendario sempre più compresso.
E il futuro non promette tregua: tra poco più di un mese inizierà la preparazione per il Mondiale per Club, che si giocherà a giugno negli Stati Uniti, con un calendario che impedirà qualsiasi richiamo di preparazione. A complicare il tutto ci saranno anche le partite delle nazionali.
Proprio per questo, l’Inter volerà negli USA divisa in due gruppi: i giocatori non convocati dalle selezioni raggiungeranno la California prima, mentre i nazionali si uniranno in un secondo momento. Una logistica complessa, che mette ancora una volta alla prova la macchina organizzativa nerazzurra.
L’obiettivo è chiaro: imparare dagli errori di questa stagione per evitare nuovi blackout nei mesi decisivi. Perché se l’Inter vuole competere stabilmente ai massimi livelli, la sfida più grande non sarà solo vincere. Sarà arrivare pronta quando davvero conta.