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lunedì, Febbraio 17, 2025

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Inter-Lukaku: cosa non ha funzionato con Inzaghi

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A poche ore dal fischio d’inizio della sfida scudetto tra Inter e Napoli, le luci di San Siro andranno a illuminare non solo gli undici titolari scelti da Simone Inzaghi per la battaglia tricolore con l’ex Antonio Conte, ma anche una vecchia conoscenza della Beneamata, che ha abbandonato il nerazzurro per cercare fortuna altrove.

Stiamo parlando di Romelu Lukaku, all’Inter dal 2020 al 2023 con la parentesi (da 115 milioni di euro) al Chelsea e ora perno dell’attacco proprio dell’allenatore salentino che lo ha lanciato nella sua prima esperienza a Milano.

Rapporto burrascoso

Arrivato ad Appiano Gentile come l’acquisto più caro della storia dell’Inter (65 milioni più 10 di bonus), il primo anno, Lukaku, grazie a 23 reti in Serie A, conduce i nerazzurri al secondo posto in campionato, a -1 dalla Juventus e alla finale di Europa League, persa solo contro il Siviglia per 3-2 a causa di un suo autogol. L’anno successivo è la consacrazione: con 24 reti in campionato, secondo solo a Cristiano Ronaldo (29), Big Rom porta l’Inter sul trono d’Italia per il diciannovesimo scudetto, trionfo che segnerà di li a poco la sua uscita, e quella di Antonio Conte, dall’ambiente nerazzurro; passerà al Chelsea in estate per la cifra record di 115 milioni di euro, significando un’ottima plusvalenza per le casse del club di Viale della Liberazione.

Chiuso in Inghilterra, Lukaku torna di prepotenza a bussare alla porta di Marotta e Ausilio, i quali riescono a strappare un prestito oneroso e riportare l’attaccante belga alla corte nerazzurra, dove nel frattempo si è assestato il nuovo mister Simone Inzaghi, reduce dal secondo posto amaro in campionato a vantaggio del Milan. Tornato alla Pinetina, però, il rapporto con Inzaghi non riesce mai a consolidarsi veramente, anzi. Tutt’altro che idilliaco, nell’ultima stagione all’Inter, l’attaccante belga ha sofferto molto le scelte dell’ex tecnico della Lazio, che spesso ha preferito Dzeko come punta centrale accanto a Lautaro Martinez. Il vero punto di rottura, però, è avvenuto durante la finale di Champions League, persa contro il Manchester City a Istanbul: Lukaku non ha accettato la decisione di Inzaghi di lasciarlo in panchina nella partita più importante della stagione e poco dopo, durante l’estate, l’attaccante belga ha scelto di lasciare Milano per la seconda volta, distaccandosi non solo da Inzaghi, ma anche da tutto il gruppo dei compagni di squadra e amici con cui aveva raggiunto grandi traguardi fino a quel momento.Nonostante Inzaghi fosse disposto a riaccoglierlo a braccia aperte nella passata stagione, quando l’Inter cercava un giocatore da affiancare a Thuram, Lukaku ha rifiutato categoricamente l’interesse del club nerazzurro e, lo scorso anno, chiamato a votare per il miglior allenatore della stagione 2022-2023, ha escluso completamente Inzaghi dalla sua lista, puntando tutto su Guardiola e Xavi, tecnico del Barcellona eliminato nel girone proprio dall’Inter.

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La stagione migliore di Lukaku all’Inter fu senz’altro quella del 2020-2021, ovvero quella dello Scudetto con Conte in panchina, tecnico che lo ha sempre fatto sentire un protagonista indiscusso all’interno della propria squadra: in quell’annata l’attaccante belga totalizzò 30 gol e 10 assist in 44 partite tra Serie A, Champions League e Coppa Italia. Quando tornò a Milano nell’estate 2022, con Inzaghi in panchina, le cose cambiarono completamente. La stagione 2022-2023 vide il belga realizzare 14 reti in 37 gare disputate, diventando così una riserva di lusso alle spalle di Dzeko, dove, nella prima parte di quell’ultima stagione, venne rallentato da un infortunio muscolare che lo tenne ai box per lungo tempo e, una volta tornato al massimo della sua forma in primavera, riuscì a dimostrare tutto il suo valore.

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Un nuovo ritorno

Dopo aver steso il Milan, Lukaku tornerà domenica sera a San Siro, poco più di un anno dopo, per affrontare la sua vecchia squadra. Nella scorsa stagione, che significò la prima sfida da ex nerazzurro, al momento del suo ingresso in campo per il riscaldamento, con la maglia della Roma, fu accolto da 30.000 fischietti, simbolo della delusione dei tifosi nerazzurri per la sua partenza improvvisa e silenziosa. L’attaccante belga, protagonista di quell’Inter vincente del 2021, ha lasciato un vuoto tra i suoi ex sostenitori, che non gli hanno mai perdonato di essersi allontanato in modo così brusco, negandosi perfino agli amici e ai dirigenti in quei giorni di caos estivo.

La prima gara da “antagonista” con la maglia della Roma non ha portato i risultati da lui sperati, con la difesa nerazzurra che lo ha quasi totalmente annullato: ora il classe ’93 è pronto a prendersi la sua personale rivincita, questa volta con il Napoli. Sarà dunque, per l’attaccante della nazionale belga, la seconda sfida da ex dopo la sconfitta di misura rimediata la scorsa stagione con la maglia della Roma.

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