Di Flavio Verzola
Colpevole ritardo nello scrivere, quando la catarsi non è più una liberazione, ma è semplicemente troppo doloroso il ricordo fresco di una ferita apertissima! La prima notte è stata un vero incubo, ti giri e ti rigiri nel letto, e la testa ti ripropone beffarda quei fotogrammi che hai inutilmente cercato di cancellare, con il banale tentativo di guardarti un film di Godzilla, spegnendo il cellulare. Com’è che si dice, la prima fase è l’oblio, poi la negazione o viceversa… tantè che solo dopo almeno due giorni, ho trovato la quasi tranquillità per mettermi a scrivere. Il che implica, ricordare, analizzare, ipotizzare, ma soprattutto togliersi quel macigno dal cuore. Una sorta di Gravità cardiaca che mi ha praticamente annichilito. La mia passione per l’inter e il mio odio prischiano per tutto quello che è rossonero, stanno superando il livello di guardia. Il nerazzurro non ti risolve i problemi della vita quotidiana, ma senza il benché minimo dubbio, ti aiuta ad affrontarli con animo leggero. Di contro quando prendi una batosta del genere, odi profondamente il genere umano, in ogni banale situazione che diventa insopportabile. Persino perdere la ciabatta sotto il letto quando ti alzi, con relativo piede appoggiato sul freddo pavimento, ti provoca una rabbia incontrollata…. almeno evito giustamente di prendermela con i miei cari, che conoscendo questa mia grave patologia, in questi momenti hanno l’amore e la comprensione di starmi lontano, e di evitare qualsiasi riferimento a quanto successo. Devo farmi vedere da uno bravo…. me ne rendo conto! Il carico non è tanto il portaombrelli vinto o perso, un’invenzione del marketing estremo calcistico, nella necessità assoluta di fatturare. Ma contro chi lo hai perso e in che modo. Questo fratelli miei è insopportabile. A questo punto da pessimista cosmico leopardiano, forse siamo vittime della legge del contrappasso. Come se una natura beffarda e vendicativa, fosse contrariata dalla gioia immensa provata con la doppia stella in faccia, da farcela pagare con gli interessi, ogni volta che ce ne fosse l’occasione. Come se non bastasse la vita da operai di merda, a ricordarci che comunque pagheremo amaramente ogni piccola soddisfazione che la vita ci concede. Capita così raramente, che quando la vita ci guarda con benevolenza, ci preoccupiamo della trappola che inevitabilmente ci aspetta dietro l’angolo.
Ecco che allora ci impasticchiamo di falsissime teorie con luoghi comuni e frasi fatte, che invece di rassicurarci, ci fanno ancora più deprimere. Come dire a uno in piena crisi di rabbia di stare calmo. ” ma dai è solo calcio… ci sono cose più importanti di calciatori e di cantanti” “Pensa a chi sta male veramente… è solo una partita” bla bla bla….
Tutto vero, tutto sacrosanto, ma che non mi ha impedito di soffrire per almeno trentasei ore post derby… poi l’istinto di conservazione, l’amore della mia famiglia, ma soprattutto polenta e brasato il mezzogiorno seguente, mi hanno rimesso in carreggiata. Dire di buon umore è troppo, ma almeno ho abbandonato ogni idea di distruzione di massa…
Passato lo scoglio emotivo, arriva alla seconda fase, chat tra gli amici del Meazza, e analisi della partita, con vocali chilometrici in due fasi… la prima una sequela ininterrotta di sanguinose e irripetibili bestemmie, che farebbero impallidire persino l’anticristo, seguite da un analisi tattica del perché o del percome. Tralasciamo la prima parte catartica e veniamo alla seconda. Ci sono alcune brevi ma significative considerazioni che vi propongo, sunto delle discussioni con i componenti della chat “Internati”. Primo, Aslani si sta giocando tutti i bonus, e questo dispiace a tutti. Certo mica è facile sostituire uno come Chala, che canta divinamente e porta pure la croce. Il ragazzo è sicuramente un ottimo giocatore e un gran bravo ragazzo, volenteroso e professionale, ma non riesce proprio a sopportare l’urto di timoniere. Ancora ancora quando la barca procede spedita e con il vento in poppa, in palese difficoltà quando le onde si ingrossano e il vento è contrario.
La predisposizione di questa squadra, seguendo i dettami tattici del Demone non lo aiuta di certo. Siamo fortissimi quando la strada è dritta e possiamo schiacciare sull’acceleratore. La squadra ha sincronismi perfetti, sovrapposizioni sulle fasce, punte che arretrano e centrocampisti che si inseriscono, hanno fatto di questa squadra una delle più forti del mondo. La squadra ha assimilato questa mentalità offensiva al punto tale, che quando non riesce ad esprimerla, o meglio a capitalizzare la mole di gioco, va in sofferenza.
Siamo in vantaggio di due reti, il Meazza esplode e andiamo alla ricerca del quinto gol, mancato per un soffio…. prendiamo il quattro a tre per un contropiede e il seguente pareggio in casa contro la vecchia bagascia!
Contro i ratti stessa cosa, fallo solare non fischiato da Sozzone alias Lurch nella famiglia Addams, punizione per loro e rete del due a uno… ci buttiamo avanti e subiamo il pareggio in contropiede…. storia già vista.
Poi potremo parlare di decisioni arbitrali, di atteggiamento molle in campo dei subentrati, di panchina non all’altezza dei titolari, di assenze e di errori dei singoli, di garra e di fame che manca rispetto lo scorso anno… e via di questo passo.
Ma la cosa che per il mio modesto parere manca a questa squadra, è la capacità di chiudere la porta quando il vento è contrario. A volte una ritirata strategica ti permette anche di vincere. Soldato che scappa, buono per un altra battaglia!
Forse anche a livello di rosa manca quel “cagnaccio”, che messo davanti alla difesa combatte di spada e non di fioretto. Nell’idea di calcio di Inzaghi l’attacco è sempre e solo la miglior difesa, ma quando la palla non entra!Ecco che forse un atteggiamento più conservativo magari ti eviterebbe sconfitte dolorosissime…
Ci manca un Oriali, un Marini, un Ince… tanto per avere un idea, ma soprattutto la maturità di arretrare e gestire. E non siamo abituati a farlo, vedi Francoforte. Penso al football Americano che ha due fasi e due allenatori per l’attacco e la difesa, con l’allenatore capo che decide. Altro sport va bene… però visto che i ratti festeggiano col portaombrelli mentre noi ci lecchiamo le ferite, non sarebbe forse il caso di essere meno belli ma più pragmatici? Ecco… caro Flavio stai diventando critico e intertriste, ma non sei mai contento? Lungi da me il lamento, e le accuse a questo meraviglioso gruppo, dico solo che nella sacralità dello spogliatoio, forse qualche discussione sulla tattica in certi momenti delle partite, andrebbe fatta… e mi sembra che magari Bare e Lauti, la pensino allo stesso modo.
Archiviato il portaombrelli con tanto di saluto dei campioni d’Italia ai campioni d’Arabia, giusto per citare loro stessi, giusto plauso a loro, che comunque ci hanno creduto e non hanno mai mollato, e andiamo avanti. Rialziamoci e recuperiamo i feriti. Ci aspetta una serie di partite in poco tempo, magari è anche un bene. Marcia Avanti! A Venezia “Ocio ae Bricoe”