Nella classifica delle squadre più forti di tutti i tempi, il Real Madrid di fine anni ’50 entra di diritto ai primi posti. Tra il 1956 e il 1960, il Real vince di seguito ben 5 coppe dei campioni. Di certo non si può parlare di “fortuna” quando si raggiungono simili risultati, ma il fatto di avere in squadra dei grandi fuoriclasse come Francisco Gento, Ferenc Puskas e Alfredo Di Stefano, ha aiutato il Real a dar vita a questo fantastico periodo d’oro.
I numeri parlano da soli : nella massima competizione calcistica europea, le “merengues” riescono a vincere tutte e 17 le partite casalinghe, aiutati anche dal fantastico supporto dei 125.000 tifosi, giocando in un’atmosfera davvero da brividi al Bernabeu.
Nella prima finale contro contro il Reims , il Real vince in rimonta 4-3 , nel 1957 battono l’ACF Fiorentina per 2-0, nel 1958 a Bruxelles vincono 3-2 contro l’AC Milan e nel 1959 a Stoccarda superano nuovamente il Reims per 2-0. Nell’ultima delle 5 vittorie consecutive, stravincono 7-3 contro l’Eintracht Frankfurt, nella finale di Glasgow, partita che di sicuro rispecchia il momento di massimo splendore della squadra, con 4 reti di Puskas e 3 di Di Stefano che si confermano una delle coppie di attaccanti più esplosive della storia del calcio.
Sicuramente anche i 3 tecnici che si susseguono sulla panchina del Real Madrid in quel periodo (Villalonga, Corniglia e Munoz) danno il loro prezioso contributo alla squadra, ma sono i giocatori che fanno la differenza.
Alfredo Di Stefano approda al Real all’età di 27 anni, viene soprannominato “la Saeta Rubia”, cioè “la Freccia Bionda”, un vero predatore dell’area di rigore. Francisco Gento è l’unico giocatore ad aver vinto la Coppa dei Campioni per ben 6 volte, è l’uomo dei cross che portano spesso e volentieri al gol Di Stefano, Puskas, Kopa e Rial. Ferenc Puskas arriva nel 1958 a Madrid dall’Ungheria e anche per lui sono i numeri a parlare : 84 gol in 85 partite disputate con l’Ungheria. Decisivo il suo gol nella finale di Coppa dei Campioni del 1960 contro l’Eintracht.
Il destino di questa squadra “galattica” incontra quello di un’altra squadra. Una squadra che avrebbe fatto la storia, arrivando a giocarsi una finale di Coppa dei Campioni contro ogni previsione, contro una squadra leggendaria come il Real Madrid e riuscendo addirittura a vincerla questa finale, entrando di diritto anche lei nella leggenda del calcio: la “Grande Inter!.
Il cammino che porta i nerazzurri di Angelo Moratti, guidati dal “mago” Helenio Herrera in panchina, alla finale di Vienna non è semplice. L’Inter affronta e sconfigge prima l’Everton, poi l’AS Monaco e il Partizan, arrivando in semifinale contro il Borussia Dortmund. L’andata in Germania finisce 2-2, ma al Meazza tutto fila via liscio e Mazzola insieme a Jair portano l’Inter in finale.
Il 27 Maggio 1964, nella magica atmosfera del Prater di Vienna, l’Inter affronta “la storia”, cioè il Real Madrid dei campioni; quei campioni che però si ritrovano ormai a fine carriera, dopo aver vinto tantissimo e che soprattutto si ritrovano a giocare una finale contro una Inter giovane e molto motivata e carica.
Herrera fa la magia e azzecca tutte le mosse in campo, bloccando tutti gli uomini chiave della squadra avversaria. A fare il resto del lavoro ci pensa Mazzola con una strepitosa doppietta e Milani che segna il terzo gol interista, mettendo al sicuro il risultato .
La partita termina 3-1 , l’Inter vince la sua prima Coppa dei Campioni , nasce la stella di Sandro Mazzola e tramonta quella di Di Stefano che con questa partita finisce la sua avventura in maglia bianca. In generale, questa storica partita porta la squadra nerazzurra ad un livello superiore e internazionale e metaforicamente il “Grande Real” passa il testimone, chiudendo di fatto il suo periodo d’oro. Ma citando Max Pezzali: “…gli anni d’oro del Grande Real…” ritorneranno un ventennio dopo , con altri campioni ed altre emozioni.
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