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I giocatori dell’Inter hanno subito detto no alla ripresa della gara: la ricostruzione

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Sembra la solita domenica. Arrivi allo stadio. Cerchi la concentrazione. Ti riscaldi. Rientri in spogliatoio per gli ultimi preparativi e l’abbraccio con i compagni. Scendi in campo. Fischia l’arbitro e sei pronto a dare tutto quello che hai, consapevole che, a prescindere da come finirà, avrai fatto ciò che più ti fa sentire vivo al mondo. Ma poi, le cose non sempre vanno come le immagini e, in men che non si dica, sei trasportato in un’altra dimensione, quella governata da paura e impotenza. Paura ed impotenza che al momento dell’episodio che ha visto protagonista Bove hanno provato tutti in campo e, come riportato dalla Gazzetta dello Sport, questo è poi perdurato a lungo dopo l’abbandono del terreno di gioco, anche in casa Inter.

Fiorentina-Inter: la ricostruzione dei minuti successivi

“Come un incubo. Perché incubo è stata la parola più usata dai giocatori interisti, da Inzaghi e dal suo staff anche a freddo, durante il viaggio di ritorno in treno verso Milano. La mente che ripercorreva quegli attimi tremendi, la paura, il senso di impotenza, la voglia di aiutare ma il non riuscire concretamente a rendersi utili. L’Inter ha lasciato Firenze con l’animo pesante. E sì, almeno rinfrancato dopo le prime buone notizie sulle condizioni di Edoardo Bove. Ma difficile, anzi, impossibile staccare la testa e il pensiero da quanto accaduto al minuto 17′ di questa maledetta domenica”.

 Impossibile allora considerando questo scorcio “pretendere” la ripresa del gioco nella giornata di ieri che, come sostenuto da varie fonti, nelle menti di entrambe le squadre non è mai stata nemmeno una lontana possibilità. Troppo forte lo spavento, troppo forte la sensazione di impotenza e troppo forte il valore della vita dinanzi a quello che spesso ci dimentichiamo essere un gioco.

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