Gianfelice Facchetti, ospite a Calciomercato.it, ha analizzato la stagione dell’Inter, facendo un primo bilancio: “La maglia con le due stelle è un simbolo di ciò che abbiamo conquistato con merito”, ha ricordato il figlio del grande Giacinto. Ma il cammino è stato segnato da una preparazione disomogenea, con alcuni giocatori che non sono ancora al top della forma. “Abbiamo comunque dato risposte positive sia nei risultati che nel gioco, anche se, come contro il Napoli, un po’ di fortuna ci è mancata. Ma stiamo aspettando che tutti siano al 100% per decollare”, ha aggiunto.
Gianfelice Facchetti: “Taremi ha portato qualità, Lautaro professionista esemplare”
Riguardo agli obiettivi stagionali Facchetti non si sbilancia: “È difficile definirli con largo anticipo. Anche se molti parlano di Champions, è una competizione di dettagli. Non possiamo dimenticare il campionato, e serve un turnover ampio per affrontare tutto con equilibrio. In passato Inzaghi veniva criticato per questo, ma contro l’Arsenal abbiamo vinto anche con diverse rotazioni.”
Sul rendimento di Lautaro, Facchetti è chiaro: “Non amo puntare il dito contro i giocatori, soprattutto in momenti difficili. Lautaro è stato un grande trascinatore l’anno scorso e, seppur meno prolifico finora, non dobbiamo dimenticare quanto ha dato. Anche Taremi ha portato qualità, ma forse ci aspettavamo di più dai suoi gol. Lautaro è un professionista esemplare, e la società avrà fatto le sue valutazioni.”
In merito a Lukaku, l’analisi è diretta: “San Siro lo ha sempre messo in difficoltà, come con la Roma. Acerbi lo ha neutralizzato, e qualcuno comincia a dubitare delle sue prestazioni.”
Quando gli viene chiesto un nome che gli piace in particolare, Facchetti risponde senza esitazione: “Sommer, un portiere che merita rispetto, e Bisseck, che si è calato bene nel ruolo, mostrando personalità. Il futuro dell’Inter passa anche da lui.”
Sull’idea di Oaktree di ringiovanire la rosa, Facchetti riflette: “Non è semplice, bisogna trovare un equilibrio tra cambiamento e certezze. Il calcio vive nel presente, e per l’Inter è fondamentale un processo graduale. Abbiamo un buon mix di esperienza e freschezza, con giocatori giovani in prestito che stanno acquisendo esperienza.”
Infine, sul progetto della seconda squadra, Facchetti riconosce le difficoltà: “È un obiettivo, ma servono infrastrutture che l’Inter fatica ancora a costruire.”
E su Inzaghi? “E’ l’allenatore che sta guidando la squadra più vincente in Italia negli ultimi anni. Ha raggiunto gli obiettivi quando sembrava che la squadra non potesse ambire a nulla. Per criticare Inzaghi ci vuole coraggio, coraggio che io non ho. Bisogna fare un esercizio di memoria, soprattutto quando arrivano le lamentele dopo la partita pareggiata 4-4 con la Juve. Forse ci meritiamo Mazzarri, se siamo qui a contestare una squadra dopo un pareggio in una gara che si stava trasformando in qualcosa di epico. Bisogna essere giusti con l’Inter e la sua storia”.