“……non fateci soffrire, ma va bene vinceremo insieme….”, ecco il versetto che più rappresenta l’ inno della Beneamata. Da dove nasce il mito della “Pazza Inter” ? Difficile dirlo, ma c’è una stagione, una competizione, dove gli indizi cominciano a diventare prove, dove in più di un’ occasione sofferenza e sollievo l’ hanno fatta da padrone . L’ anno è il 1990 (stagione 90-91), la competizione è la Coppa Uefa, vinta poi in finale nel doppio derby con la Roma. Prima del trionfale epilogo però, i nostri ragazzi hanno superato ostacoli che ad un certo punto sembravano insormontabili, un po’ per il valore degli avversari, e molto a causa di quel magico vizio di complicarsi la vita che tutti i tifosi nerazzuri riconoscono come marchio di fabbrica della propria squadra.
Già nel primo turno della manifestazione, infatti, ci sono voluti i tempi supplementari, sul campo neutro del Bentegodi di Verona, per avere ragione degli austriaci del Rapid Vienna, modesta compagine che per poco non riusciva nell’ impresa. Ma l’ elogio alla follia lo avremo nel turno successivo, i sedicesimi di finale, dove gli uomini di Trapattoni affrontano l’ Aston Villa, storico club inglese, reduce da un secondo posto nell’ allora Division 1 (attuale Premier League) la stagione precedente, ma che in quest’ annata arranca a fondo classifica(finirà al 17° posto).
Una sfida sulla carta non impossibile, anzi, ma che nasconde le insidie legate alla difficoltà di affrontare le formazioni britanniche sul proprio campo, dove il calore del pubblico spinge i giocatori a rendere più di quello che in realtà potrebbero dare. Infatti la gara d’ andata al Villa Park di Birmingham finisce 2-0 per gli inglesi che dominano largamente l’ incontro ed ipotecano il passaggio del turno.
Gli uomini allenati dal ceco Venglos, però, si risvegliano bruscamente la sera del 7 novembre 1990, quando un’ Inter davvero fantastica e pazza più che mai, ribalta le sorti del doppio confronto al termine di una partita indimenticabile per tutti i tifosi.
L’ imperativo è segnare un gol nei primi 20 minuti, per impedire ai “Villans” di gestire con serenità la fase difensiva, aiutati come sono anche dalle pessime condizioni del prato di San Siro (all’ epoca non c’ era l’ ausilio dell’ erba sintetica come oggi, e si giocava su un vero e proprio campo di patate, che favoriva non poco le squadre che si arroccavano nella propria area).
Ed ecco che dopo appena 7 minuti Jurgen Klinsmann sfrutta un’ indecisione dei due centrali McGrath e Mountfield ed in mezza girata batte il portiere Spink, facendo esplodere la curva nerazzura….yes we can ora pensano tutti!!
Da quel momento è un vero e proprio assedio con gli inglesi che a stento passano la metà campo ma che, nonostante tutto, riescono a terminare il primo tempo con un solo gol di svantaggio.
Nella ripresa l’ Inter riparte a testa bassa, trascinata dal solito grande Lothar Matthaeus , di li a poco premiato col Pallone d’ oro, che, al minuto 62, pennella un perfetto cross dalla destra sul quale si avventa Nicola Berti, il quale, con un sinistro volante di grande fattura, infila il pallone del meritatissimo 2-0.
E’ il gol che pareggia il conto totale delle due sfide, ma l’ undici del Trap non vuole un altro supplementare e continua a spingere sostenuto dai 70.000 del Meazza, e infatti, ad un quarto d’ ora dal termine, Pizzi suggerisce per Alessandro Bianchi che con un diagonale strettissimo gonfia di nuovo la rete avversaria e chiude i conti per il tripudio generale.
Rimonta completata e tutti a casa, la genesi della Pazza Inter è compiuta, da li in poi ne vedremo delle belle!
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