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venerdì, Febbraio 14, 2025

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Fanti e Santi

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A cura di Flavio Verzola.

In questo significato è usato nella Tosca di Puccini, nella scena in cui il pittore Cavaradossi paragona l’immagine sacra che sta dipingendo a quella delle sue amanti, meritandosi il rimprovero del sacrestano: «Scherza coi fanti e lascia stare i santi», appunto.
Settimana in un mix tra sacro e profano, travestimenti horror, attentati glicemici e cioccolatini ripieni di veleno. La domenica nel tardo pomeriggio, perché giocare alle tre e mezza è quasi un miraggio, trova un Meazza strano, anche se stracolmo per l’occasione. Anticipiamo dolcetto e scherzetto con la banda del rinnegato Thiago Motta, che nel nome del professionismo, dimentica ricordi trionfali di triplete e dirige la vecchia bagascia. Ma forse ha ragione lui, probabilmente è la nostra visione romantica e passionale del fubbal, come lo chiamava papà, ad essere fuori posto!

Le ripicche interne tra curva e società sfociano nel divieto della coreografia che tale partita meriterebbe. La curva Nord muore tra infiltrazioni mafiose, sangue e ritorsioni, e nasce dalle ceneri Secondo Anello Verde. Che magari ricorda l’anello unico di Frodo, di certo una storiaccia di soldi e criminalità, che con la passione nulla c’entra. La partita è un saliscendi di emozioni degna delle montagne russe. Gol ed emozioni a raffica, e ci ritroviamo sul 4 a 2 ancora spingendo fortissimo sul pedale dell’acceleratore. Inanellando occasioni su occasioni per il cinque che avrebbe chiuso la partita, e invece le nostre solite amnesie difensive, in un ripetersi diabolico, permette a loro di trovare il tre e poi il quattro, per un insperato e rocambolesco pareggio.

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Anticipo Ognissanti citando praticamente tutto il calendario gregoriano. E cominciamo con un dolcetto velenoso. Come quando da ragazzi si toglieva il caffè per metterci il guttalax da regalare alla vittima di turno… eravamo un attimo agitati! L’effetto è lo stesso, e i crampi allo stomaco il risultato di questo pareggio che sa tanto di sconfitta! Almeno tra tre giorni si gioca subito. Andiamo ad Empoli, nella bella provincia Toscana, ricordando trasferte con la multipla di Augusto, crostini alla Toscana, finocchiona, bisteccone, Chianti e tante risate. Ancora un orario nel tardo pomeriggio, con la differenza che in settimana si lavora, giusto il tempo per una velocissima doccia e si corre da Robby per la partita. Loro come al solito, molto attenti in difesa, senza disdegnare qualche sortita. Penetrazione di Darmian e rete del vantaggio annullata per un tocco di mano, fiscale ma c’è. Intanto i padroni di casa rimangono in dieci per un entrata a karate sulla gamba di Tikus, che avrebbe potuto causare danni gravissimi… espulsione sacrosanta!

A questo punto si chiudono a riccio ancor di più di prima, l’Inter preme con la rabbia della beffa passata. Matteo Darmian svetta al limite del fallo di fondo e rimette al centro dove Davidino Frattesi compie la vendetta dell’ex, tiro rimpallato che si infila nel sette. E abbiamo ancora così veleno in corpo, che l’urlo è flebile e strozzato… ora loro sono in difficoltà e noi acceleriamo. Raddoppio sempre di Davidino, al termine di una bellissima azione con assist di Lauti. Il capitano trova anche il tre con una rasoiata che certifica il bottino come miglior realizzatore straniero nella storia dell’Inter….se solo l’Argentina fosse a due ore d’aereo e le pause per le nazionali meno massacranti, forse sarebbe ancora più letale. Ma la grandezza di questo magnifico calciatore, oltre alla grandissima capacità di gonfiare la rete, è che non molla di un centimetro, e lavora durissimo per la squadra, tra recuperi e assist è un esempio costante per uno che strasuda la maglia… un orgoglio averlo, degno erede dei capitani del passato. Vederlo settimo alla cerimonia farsa del pallone d’oro, ci lascia perplessi. Del resto come ha detto il Chucu, “ho smesso di credere al pallone d’oro nel 2010 quando Milito non è entrato nei primi venti”. Comunque elegantissimo con la sua splendida Agustina, che lascia tutti a bocca aperta persino vestita di rosso!!!

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Nemmeno il tempo di cambiare la maglia che domani si ritorna al Meazza, e oggi chiamiamolo San Siro, giusto per ricordare il primo vescovo di Milano. Oggi ricordiamo tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa meravigliosa avventura nerazzurra. Non sono più con noi, ma sempre nei nostri cuori e nei nostri pensieri, e hanno contribuito in maniera decisiva, alla scelta dei colori più belli del mondo. E domani sera, come sempre del resto, un piccolo pensiero sarà tutto per loro. Marcia Avanti

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