Nella giornata di domenica scorsa il mondo del giornalismo sportivo e italiano ha dato il proprio addio ad Elio Corno, giornalista di fede nerazzurra spentosi a 78 anni, proprio nel giorno in cui la squadra che ha difeso, sostenuto e tifato per una vita intera compieva 117 anni di storia.
Una passione sfegatata per la sua Inter che lo ha condotto spesso in programmi dediti al commento e all’analisi delle giornate di campionato, frequenza assidua negli studi televisivi, dove spesso e volentieri non sono mancati battibecchi con chi professava una fede completamente diversa dalla sua.
Addio ad Elio Corno: un grande giornalista e un vero interista
Il ricordo di Tiziano Crudeli
Molti dei siparietti ad alta temperatura in studio lo hanno visto contrapposto a Tiziano Crudeli, voce giornalistica di stampo rossonero, che in un’intervista a Repubblica si è lasciato andare ad un dolce ricordo di quello che ha definito a tutti gli effetti un suo grande amico lontano dalle telecamere, un rapporto che andava al di là della cordialità: “Era come un fratello e un grande amico. Come giornalista era un gigante, in televisione era davvero incredibile. In tv puoi esser bravo, ma se non sei personaggio non ottieni un gran seguito, non fai ascolti. Elio aveva la capacità di scherzare e sapeva usare l’arte della provocazione. Facevamo continuamente discussioni, ma il nostro rapporto era solido. Ci frequentavamo con le famiglie, lasciando da parte il nostro ruolo”.
Nel corso dell’intervista ha poi citato alcune delle situazioni televisive che sono diventate un must del loro rapporto, indicando quelle che ricorda con maggior affetto e divertimento: “Mi dava del pirla in continuazione! “Sei un pirla, non capisci un beato niente”, questa frase me la ripeteva sempre. Io rispondevo a tono. Quando mi attaccava dialetticamente era abbastanza pesante, però sapevo che non c’era acredine, era un modo di prendersi in giro simpatico e accettabilissimo. Io invece quando il Milan vinceva una partita mi alzavo dalla mia postazione, correvo dietro di lui e gli urlavo nell’orecchio: “Forza Milan! Cooorrrnooo, Cooorrrnooo”. Questa scenetta, col suo cognome strillato, è diventata un leit motiv del nostro dualismo“.
Un rapporto che negli ultimi tempi non ha avuto modo di continuare ad essere, complice probabilmente la malattia che lo ha colpito: “Quando l’ho sentito l’ultima volta? Non di recente. Da quando non stava bene non rispondeva più al telefono, ma lo capisco. Gli ho voluto un gran bene, oggi per me è una giornata triste“.