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Ecco perché Inter e Milan hanno detto di no alla ristrutturazione di San Siro

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San Siro. Ennesimo colpo di scena nella vicenda che riguarda la ristrutturazione di San Siro e più in generale la possibilità che Inter e Milan arrivino finalmente ad avere uno stadio moderno e di proprietà, seppur sempre in condivisione.

La situazione, dopo l’incontro odierno a Palazzo Marino con il sindaco Sala, è obiettivamente tornata indietro di cinque anni. 

Le due società hanno stroncato nettamente il progetto proposto da WeBuild in quanto i costi di realizzazione sarebbero di gran lunga superiori ai benefici per i due club.

I motivi risiedono nel fatto che Inter e Milan, nel periodo dei lavori, avrebbero dovuto rinunciare a una fetta troppo consistente dei ricavi da stadio, non avendo altre strutture in cui andare temporaneamente, a differenza per esempio di Barcellona e Real Madrid.

Inoltre, i posti hospitality che la ristrutturazione avrebbe prodotto sono di gran lunga inferiori alle volontà dei due club. Al momento i progetti di San Donato per il Milan e di Rozzano per l’Inter sono e restano in stand-by per via dei costi altissimi di realizzazione. Prende sempre più quota l’idea di costruire un secondo stadio nell’area di San Siro, proprio come voleva il progetto presentato nel 2019.

Le parole del sindaco Sala

A margine dell’incontro, il sindaco Sala ha espresso il proprio parere sull’incontro, avvisando però che i tempi per discutere sulla possibilità di costruire un nuovo stadio saranno lunghi. 

“Sarà un discorso che necessita di tempi lunghi. Riprendendo in mano vecchi documenti ho trovato quattro delibere di giunta, un dibattito pubblico, delibera del consiglio comunale e la resistenza al referendum da parte nostra. Perlomeno non ripartiremo proprio da zero”.

Accantonata dunque l’idea di ristrutturare il vecchio impianto esistente di San Siro, emerge un nuovo piano A: acquistare i terreni che comprendono anche lo stadio Meazza, che attualmente è salvaguardato dal vincolo disposto dalla sovrintendenza. In questo modo i due club diventerebbero anche proprietari dello stadio. 

Cosa accadrebbe in questo caso? A oggi nessuno sa dare una risposta a questo quesito, nemmeno Sala che infatti ha promesso ai club di fare chiarezza su questo punto. 

La notizia che emerge dall’incontro di oggi che in tanti speravano potesse essere il tanto atteso via libera ai lavori è che i due club hanno rivisto le proprie priorità: volontà di restare coinquilini invece che costruirsi una casa per ognuno e volontà di restare nella zona di San Siro che risulta già ben collegata con la città e i dintorni. 

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