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Inter-Milan, Conceição: “Con l’Inter nessuna paura”

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Dopo le dichiarazioni arrivate nella conferenza stampa mattutina di Simone Inzaghi, è stata la volta del tecnico rossonero Sergio Conceição presentarsi ai microfoni dei giornalisti alla vigilia della stracittadina d’Oriente valida per l’assegnazione della Supercoppa italiana 2024. L’ex tecnico del Porto, fresco di vittoria all’esordio sulla panchina del Diavolo e in rimonta sulla Juventus, ha predicato la massima per portare a casa il trofeo che nella bacheca di Via Aldo Rossi manca dal 2016 e che, in caso di vittoria, significherebbe aggancio proprio all’Inter.

Le parole di Conceição

Ancora alle prese con l’influenza che ne ha condizionato l’esordio sulla panchina del Milan, Sergio Conceição sottolinea come la squadra sia ancora alle prese con qualche acciacco fisico, di come l’Inter abbia avuto un giorno in più per recuperare dalle fatiche della semifinale: “Si vince solo se si è uomini e si rimane uniti nelle avversità. Rispetto all’Inter abbiamo meno giocatori al top della condizione e arrivando con un giorno di riposo in meno sarà complicato, benché non la considero una scusa”.

Con la curiosità di sapere se ci sarà la stretta di mano tra il tecnico lusitano e Simone Inzaghi, mancata dopo l’ultimo incrocio tra i due in quel di Oporto, l’ex giocatore dell’Inter fa il punto sulla sua squadra: “I ragazzi stanno sicuramente meglio di me ma non siamo al meglio. Giocatori come Musah, Pulisic, Loftus-Cheek stanno recuperando, così come Leao.”

Avendo già disputato finali ai tempi del Porto, questa finale da ex ha un sapore particolare?

“Sinceramente no, sto vivendo in maniera serena portando rispetto per ogni squadra che affronto e in cui ho giocato. Voglio e devo preparare al meglio questa sfida perché l’Inter è una grande squadra e difficile da superare. Per vincere dobbiamo essere affamati, ci manca l’ultimo tassello per completare il puzzle e siamo in fiducia dopo la semifinale vinta in rimonta”.

Tra lei e Inzaghi, quanto è stata importante l’influenza di Sven Goran Eriksson?

“Con Mister Eriksson ho avuto un grande rapporto e lo porterà per sempre nel cuore, così come allenatori del calibro di Arrigo Sacchi e Alberto Malesani. Per me l’Italia simboleggia una seconda casa ed essere l’allenatore di una società prestigiosa come il Milan mi riempie d’orgoglio”.

Su Leao?

“Quel che è certo è che non giocherà tutta la partita, dovrò valutarne la disponibilità nell’ultimo allenamento”.

Com’è stato iniziare subito con una semifinale e una finale? 

“Non si è trattato di aver avuto fortuna. Solo il lavoro serio paga e appaga. La buona sorte dovrà fare parte del nostro bagaglio, assieme a determinazione e voglia di vincere”. 

Stringerà la mano a Inzaghi? 

“Simone è stato un compagno con cui ho vinto e ora è un amico, anche se quando saremo in campo l’amicizia verrà meno. Nel calcio possono accadere episodi simili ma assicuro che non è stata una mancanza di rispetto verso di lui”.

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