Ci hanno sempre insegnato che affinché le cose nuove possano trovare luogo dentro di noi è necessario far spazio lasciando andar via chi o cosa, tanto nuovo, non lo è più. Spesso la sostituzione avviene tramite un processo lungo e doloroso, con il solo tempo che potrà dirci se è stata la cosa giusta o meno. Un po’ quello che sta per succedere con San Siro, che sembra ormai destinato alla demolizione per far spazio al suo successore, lasciando nella storia e nei tifosi di Inter e Milan un sentimento di dubbio e balorda nostalgia.
San Siro: come si demolisce un mito
“Come si demolisce un mito“, è con queste parole che si apre la pagina n.9 della Gazzetta dello Sport di oggi, un trafiletto che in molti non avrebbero voluto e non avrebbero mai pensato di leggere, ma che sta per diventare realtà. Inter e Milan vogliono il nuovo stadio ma non vogliono abbandonare l’area di San Siro.
Di conseguenza, la demolizione dello storico impianto è necessaria. Con lui non andranno via ricordi, grandi imprese e cocenti delusioni delle due squadre che lo hanno popolato e reso pieno di vita, le stesse squadre e persone che qualche centinaio di metri più in là saranno chiamate all’arduo compito di scrivere nuove pagine di storia del nuovo impianto.
Al Meazza, prima di ciò, come si legge sempre nella pagina di Gazzetta, toccherà questa sorte: “Buttar giù San Siro costerà 80 milioni, resterà uno spicchio”. Le modalità del processo sono invece state fornite da Roberto Spagnolo, coordinatore dei lavori anche in occasione della costruzione del nuovo Gewiss di stampo bergamasco: “I lavori si effettueranno con macchine meccaniche, non verranno impiegati esplosivi. Prima le strutture, poi il cemento e lo smaltimento. Rimarrà in piedi l’angolo tra Sud e distinti“.