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Darmian: “Inzaghi grande persona oltre che allenatore. Istanbul brucia ma spero di riprovarci”

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Una delle colonne portanti degli ultimi di Inter è sicuramente Matteo Darmian che, alla soglia dei 35 anni, comincia a riflettere sulla sua carriera e sul suo futuro, non solo in campo. Per raccontarsi ha scelto di farlo con Cronache di Spogliatoio, che lo ha intervistato lo scorso 21 settembre, rivelando anche dei retroscena della vita privata del calciatore.

Darmian, nell’intervista, ha toccato diversi argomenti. Uno di questi è la scorsa finale di Champions, persa contro il Manchester City per 1-0, ricordata così dal numero 36: “La sconfitta in finale di Champions League ha fatto malissimo ma spero di avere un’altra opportunità. Le sconfitte a volte insegnano più delle vittorie e infatti l’anno dopo abbiamo vinto lo scudetto della seconda stella. La finale di UCL è stata difficile da superare ma grazie alla mia famiglia sono riuscito”.

Sul suo futuro e sulla fine della sua carriera, Darmian, vicino al rinnovo contrattuale, commenta così, aprendo anche a un futuro da dirigente: “Sono da sempre tifoso dell’Inter. Mi piacerebbe chiudere qui la mia carriera. Ormai non manca moltissimo. Io cercherò di dare sempre il massimo fino alla fine. Diventare dirigente? Non so cosa farò dopo aver smesso. Mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio ma non come allenatore. Mi interessa l’aspetto dirigenziale e sono molto curioso di scoprire quel mondo”.

Darmian: “Inzaghi gran persona e allenatore. I miei compagni mi dicono che…”

La seconda parte dell’intervista è stato un ripercorrere la carriera del terzino italiano, che ha anche parlato del rigore sbagliato a EURO 2016 in Francia e del suo trasferimento al Manchester United: “Il rigore sbagliato a EURO 2016 è stato un brutto momento. Tutti si ricordano degli errori di Pellé e Zaza e sono fortunato per questo. Peccato perché avevamo trovato una grande alchimia come gruppo e stavamo facendo un gran percorso. I rigori sono sempre un 50/50 e io non sono mai stato un gran rigorista. Ovviamente sono arrivate delle critiche ma dobbiamo saperle trasformare in commenti positivi attraverso il lavoro quotidiano. Quando mi sono trasferito allo United è stata una tappa importantissima per la mia carriera. Ho preso un po’ di pioggia ma è stato bello. In Inghilterra c’è meno pressione sui calciatori e mi sono inserito senza grossi problemi. Il primo giorno mi dissero subito di aprire il profilo Instagram e che avrei dovuto partecipare a iniziative commerciali. Quello che ora ci sembra normale, prima non lo era. Era un altro mondo rispetto a quello a cui ero abituato.”

Infine il numero 36 chiude parlando del rapporto con Simone Inzaghi e quello con gli altri compagni di squadra: “Inzaghi è un grande mister e una grande persona. Rende tutti partecipi nel gruppo e fa sentire tutti importanti. I miei compagni dicono che porto fortuna. Contro il Verona ho causato un rigore e loro hanno detto ‘L’ha fatto Darmian, lo sbaglia sicuro!’. E alla fine Henry lo ha sbagliato veramente! Alla fine è andato tutto bene anche se la fortuna uno se la crea in base alle sue azioni. Lo spogliatoio è cambiato poco nel tempo: la voglia di stare insieme c’è sempre. ⁠La base di tutto è sempre avere un gruppo sano e solido. Io cerco di essere me stesso dentro e fuori dal campo, quello che sei fuori si rispecchia dentro il campo”.

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