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giovedì, Marzo 27, 2025

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Cristian Chivu raccontato dai ragazzi della Primavera: “Quando ti parla ti vengono i brividi”

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Cristian Chivu, dopo l’esonero di Pecchia, è stato nominato nuovo tecnico del Parma. L’ex giocatore dell’Inter nonché tecnico delle giovanili partirà dunque dalla città ducale per la sua prima esperienza da allenatore di una prima squadra e, per l’occasione, è stato chiesto a molti ex giocatori allenati dal romeno nelle giovanili un pensiero sulla figura di Chivu in campo e fuori. Il sito Gianlucadimarzio.com ha raccolto le testimonianze di ragazzi attualmente impegnati in Serie C, cresciuti sotto la sua guida nel settore giovanile nerazzurro.

Il primo a parlare è Dennis Curatolo, attaccante della Pro Patria, che ricorda con grande ammirazione il suo ex allenatore: “Di lui mi colpisce il carisma. Quando scendevamo in campo, era come se giocasse accanto a noi. Una volta, durante l’intervallo di una partita di Youth League, eravamo in svantaggio nonostante una buona prestazione. Entrò negli spogliatoi quasi piangendo, segno di quanto ci tenesse a noi e alla squadra. Il suo discorso ci caricò a tal punto che nella ripresa giocammo alla grande. In panchina viveva ogni azione con intensità ed esultava come un matto ad ogni gol segnato. La sua presenza era fondamentale”.

Dicono di Chivu: “A volte giocava con noi. Anche lui ha fame di imparare”

Sempre alla Pro Patria troviamo il portiere William Rovida che sottolinea invece un altro aspetto di Chivu: “Una persona speciale, sempre disponibile a dare una mano, a motivarci nei momenti difficili. Ci ripeteva sempre di credere in noi stessi e di dimostrare il nostro valore sul campo. È sempre stato una persona estremamente umile: si metteva sempre sul nostro stesso piano, facendoci sentire importanti”.

Il prossimo a parlare è Lorenzo Peschetola, trequartista del Legnago che, di nuovo, parla del carisma dell’ex tripletista: “Quando prendeva la parola, riusciva a toccarti nel profondo. Scendeva in campo con noi ogni tanto e, sebbene fumasse molto e avesse poco fiato, per quei minuti era semplicemente devastante”.

Prosegue poi Mattia Sangalli, oggi al Trento e all’epoca capitano di quella Primavera: “All’inizio dovevamo adattarci. Aveva idee innovative, lontane dai classici schemi italiani. Lui ha studiato molto dall’Ajax e il suo approccio è diverso. Mi ha sempre colpito la sua umiltà e la capacità di ascoltare le nostre opinioni. Non imponeva ma cercava il confronto. Ha sempre avuto una gran fame di imparare”.

Conclude il giro di opinioni Andrea Moretti, difensore in forza al Pontedera: “Ci insegnava a non focalizzarci su schemi e moduli, ma piuttosto sull’occupazione intelligente degli spazi e sulla rapidità nella trasmissione del pallone. Il suo obiettivo non era il possesso fine a sé stesso, ma il gioco efficace e concreto”.

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