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Coppa Campioni 1964-65: trionfa ancora l’Inter

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La decima edizione della Coppa dei Campioni vede al via un lotto di pretendenti alla vittoria finale molto ampio. Oltre ai detentori dell’Inter, il mai domo Real Madrid, il Benfica di Eusebio e Coluna, il coriaceo Rangers Glasgow e il Liverpool, al debutto nella competizione. L’Italia presenta nuovamente al via due squadre, insieme all’Inter c’è anche il Bologna campione d’Italia.

I rossoblu bagnano l’esordio con una a dir poco sfortunatissima eliminazione contro l’Anderlecht di Paul Van Himst. I felsinei perdono 1-0 a Bruxelles, ma a Bologna vincono 2-1 con reti di Pascutti e Nielsen. Tutto è così rimandato alla “bella” di Barcellona, dove al termine dei 90′ regolamentari e dei 30′ supplementari il risultato non si è ancora schiodato dallo 0-0. A questo punto il regolamento prevede il lancio della monetina, che al primo tentativo cade clamorosamente in… piedi conficcandosi nell’erba.

Il secondo tentativo è invece favorevole ai belgi. Una beffa. L’Inter si presenta con l’ossatura dell’anno precedente, arricchita dagli innesti dell’interno Peirò, del tornante Domenghini e del centromediano Malatrasi.

Dopo la passeggiata negli ottavi di finale contro la Dinamo Bucarest, i nerazzurri se la vedono, nei quarti di finale, con gli arcigni scozzesi del Rangers. Peirò è decisivo a San Siro con una doppietta nel 3-1 che mette l’Inter moderata-mente al sicuro circa il passaggio del turno.

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Negli altipiani le mischie prodotte dai Rangers sortiscono solo una rete e gli uomini di Herrera guadagnano l’accesso alle semifinali.

Il sorteggio oppone l’Inter al temibilissimo Liverpool, qualificatosi grazie alla monetina al termine di tre tiratissime sfide contro il Colonia nei quarti. L’andata si gioca a Liverpool e “Anfield Road” è un catino ribollente di tifo e passione; in cui i Reds attaccano senza soluzione di continuità, riuscendo a schiacciare un’Inter troppo prudente per 3-1.

Tutto sembra perduto, ma a San Siro accade il miracolo, dando vita a una delle sue prestazioni più esaltanti. Tra i tre gol, quello di Peirò che beffa il portiere Lawrence entra nella leggenda nerazzurra. La finale si gioca a Milano contro il fortissimo Benfica, alla quarta finale negli ultimi cinque anni, che nei quarti ha annientato il Real Madrid a Lisbona per 5-1.

La partita pattina su un terreno ai limiti della praticabilità a causa della pioggia torrenziale che ha imperversato su Milano per tutto il giorno. Lo spettacolo, anche per via del campo, non è eccelso, ma l’Inter offre una interpretazione tattica perfetta: chiude ogni varco alle velleità offensive avversarie: e riparte con micidiali contropiede, falliti da Peirò, Jair e Mazzola.

Alla fine del primo tempo, un tiro di Jair sembra comoda preda del portierone Costa Pereira, grande numero uno, che tuttavia si fa ingannare: il pallone gli scivola sotto le terga regalando alla Grande Inter la seconda Coppa dei Campioni consecutiva. L’uomo-simbolo: Joaquim Peirò.

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Il gol di Joaquim Peirò contro il Liverpool nel ritorno delle semifinali a San Siro rappresenta forse il punto di svolta, il momento decisivo nella rincorsa dell’Inter alla seconda Coppa Campioni consecutiva. Probabilmente altri giocatori avrebbero meritato un tributo. Per esempio Jair, decisivo in finale, oppure il gran regista Suarez, o il raffinato inventore Corso, ma senza l’astuzia di Peirò difficilmente l’Inter avrebbe fatto bis.

Lo spagnolo era il terzo straniero dei nerazzurri e in campionato non giocava mai, poiché potevano scendere in campo solo due stranieri per squadra e l’Inter aveva Jair e Suarez. Era però una pedina fondamentale in coppa: nei quarti aveva affossato i Rangers con una doppietta, ma il capolavoro lo compi in semifinale, dove i nerazzurri erano chiamati all’impresa disperata a Milano.

All’ottavo minuto segna Corso. Un minuto dopo il portiere Lawrence si appresta al rinvio, Peirò gli sguscia accanto, gli sottrae il pallone e lo depone nella rete incustodita. San Siro esplode. L’Inter con il morale alle stelle completa la rimonta con Facchetti nella ripresa e si lancia verso il secondo successo continentale.

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