Fabio Capello ha esaminato i temi salienti di Napoli-Inter ai microfoni de La Gazzetta dello Sport: “L’Inter resta in vetta, questo risultato rafforza la sua posizione in classifica. Inzaghi e i suoi potranno affrontare le prossime sfide con maggiore serenità. Il Napoli, invece, è andato in svantaggio, ha rischiato di perdere, ha acciuffato il pari nel finale ma ha dominato il match. Questo, al di là del rimpianto per un esito che avrebbe potuto premiare di più gli azzurri, rappresenta un’iniezione di fiducia: Conte sa di avere un gruppo battagliero, pronto a lottare fino all’ultimo per lo scudetto con ancora più determinazione”.
Tre spunti per analizzare il big match?
“Il gioiello di Dimarco: un colpo di classe che solo i campioni sanno tirare fuori dal cilindro. La prova del Napoli: brillante, intenso, rapido e sempre propositivo. L’atteggiamento dell’Inter: ero abituato a vedere una squadra dominante, sicura, capace di far girare il pallone velocemente, ma questa volta non ho visto nulla di tutto ciò”.
I motivi?
“Sul piano atletico, ho notato una differenza evidente: il Napoli era esplosivo, l’Inter ha sofferto parecchio. Le uscite di Dimarco e Calhanoglu hanno poi inciso sulle prestazioni dei nerazzurri. Senza Dimarco, la spinta a sinistra è venuta meno, mentre senza Calha sono mancate le idee. E Barella ha faticato, dovendo giocare una partita più difensiva del solito. Dall’altra parte, il Napoli viaggiava a tutta velocità, trascinato dalle giocate di Lobotka, che ha preso per mano la squadra. Tornando all’Inter, non è accettabile restare in ombra per un intero tempo, anche se le assenze hanno avuto un peso evidente”.
Le scelte di Inzaghi hanno fatto discutere.
“Ho visto un’Inter meno ordinata del solito, quasi disorientata. E alcune sostituzioni mi hanno lasciato perplesso: Inzaghi ha optato per Correa al posto di Thuram, lasciando in panchina Arnautovic, reduce da un gran gol contro la Lazio in Coppa Italia e in un momento di grande fiducia. Frattesi è entrato solo nei minuti finali, ma la sua energia sarebbe servita molto prima, per cambiare l’inerzia di una ripresa troppo rinunciataria. E poi l’uscita di Bastoni, una garanzia difensiva davanti a Martinez: una scelta sorprendente, e a giudicare dalle immagini, neanche il giocatore sembrava troppo contento del cambio…”.
Dalla panchina, invece, Conte ha trovato la carta vincente per l’1-1.
“Billing mi piace, ha carattere e capacità di inserimento. Già contro il Como, al debutto in Serie A, aveva dato buone sensazioni, e ieri lo ha confermato con un gol pesantissimo. Si parla tanto della solidità del blocco titolare del Napoli, ma queste sono indicazioni fondamentali: in un campionato così equilibrato, Conte sa di poter contare anche sulle seconde linee. E con il ritorno di Anguissa e Neres, il rendimento della squadra potrà solo crescere. Senza dimenticare un dettaglio non da poco…”
Ovvero?
“Conte e i suoi possono focalizzarsi su un unico obiettivo. Tutte le energie sullo scudetto, come anche l’Atalanta, che, col senno di poi, avrebbe potuto avvicinarsi ancora di più alla vetta, ma resta comunque in corsa”.
L’Inter, invece, è in piena corsa anche in Europa e mercoledì volerà a Rotterdam per l’andata degli ottavi di Champions contro il Feyenoord.
“Ecco, pensando alla Champions, un’Inter così poco brillante come quella vista al Maradona preoccupa. Se affronti il Feyenoord con lo stesso atteggiamento, rischi grosso. E se Dimarco non dovesse recuperare in tempo…”.
Da dove ripartire?
“Da Lautaro, che ha lottato come un guerriero, praticamente da solo in attacco. E da Thuram: il suo rientro in campo è già un’ottima notizia. Ora servono ritmo e condizione, e torneranno giocando”.