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Calciomercato Inter, ecco il conto. Quanto hanno speso i nerazzurri nelle ultime quattro sessioni

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Nelle ultime due stagioni, l’Inter ha compiuto diversi passi importanti, passando di proprietà dalla famiglia Zhang al fondo californiano Oaktree e arrivando a ottenere risultati importanti con traguardi invidiabili. Ma se il campo ha prodotto eccellenti risposte, lo stesso non si può dire se si volge lo sguardo al fronte mercato. La finale di Champions League raggiunta nel 2023 e lo Scudetto della seconda stella dello scorso anno hanno catapultato l’Inter nelle posizioni di vertice del calcio mondiale e in Italia è la prima e forse unica sfidante per lo scudetto, conteso con il Napoli dell’ex allenatore nerazzurro Antonio Conte. Eppure, lo strapotere nerazzurro visto lo scorso anno sembrerebbe aver perso d’intensità per una serie di ragioni legate alle spese sostenute nelle precedenti sessioni di calciomercato.

A chi le colpe?

Il secondo posto a tre punti dal Napoli e la qualificazione diretta agli ottavi di finale di Champions League possono essere viste con positività dal club di Viale della Liberazione; il ko di Firenze ha vanificato la possibilità di agganciare il Napoli e iniziare un nuovo campionato ma non ha spento le chance nerazzurre di conservare il titolo conquistato nel 2024. E’ chiaro che qualcosa non ha funzionato con la Fiorentina, avversario che verrà affrontato dai Campioni d’Italia nuovamente nel posticipo di lunedì sera a San Siro e Inzaghi dovrà ritrovare alla svelta quello spirito di squadra visto fino alla trasferta in Toscana, dove il gruppo è apparso stanco, senza idee, dove le seconde linee non hanno saputo sfruttare i minuti concessi dall’ex allenatore della Lazio e dove anche i titolarissimi sono apparsi in ritardo.

Dopo una sconfitta le critiche piovono puntuali e l’Inter che perde fa sempre notizia, come suggerito da Simone Inzaghi. Le note dolenti che hanno portato alla debacle di Firenze sono da ricercarsi prevalentemente nelle scelte apportate dalla società, in particolare sulla gestione del calciomercato. Il trio formato da Marotta, Ausilio e Baccin ha completato con successo 17 trattative nelle ultime quattro sessioni di mercato e di questi, considerati titolari, sono sostanzialmente tre: Sommer, Pavard e Thuram. Le altre operazioni condotte dall’attuale Presidente dell’Inter e dai suoi collaboratori hanno vestito di nerazzurro elementi che finora, o per chi è passato, non hanno ottenuto quel successo auspicato al momento dell’acquisto. Esempio lampante è Davide Frattesi, decisivo nella vittoria dello scudetto ma impiegato col contagocce da Simone Inzaghi, vedendo dimezzarsi il suo score in campionato (4 gol contro 8). E così succede anche per Bisseck, acquisto in prospettiva che a oggi ha dimostrato solo in parte il suo valore e con un ampio margine di crescita.

Le problematiche che hanno avuto un maggior impatto sul mondo Inter sono legate all reparto avanzato e le operazioni condotte per rinforzarlo dopo la vittoria dello scudetto numero diciannove. A sostituire il primo Lukaku ci ha pensato egregiamente il vecchio e sapiente Edin Dzeko ma la sua controparte, Joaquin Correa, strapagato alla Lazio, non ha inciso come si sperava, così come l’altro sudamericano acquistato dall’ex DS della Juventus, Alexis Sanchez, decisivo nella finale di Supercoppa italiana 2022 ma quasi mai in chiave campionato. Parlando del presente, Arnautovic e Taremi, altri due acquisti del management di mercato guidato da Marotta, non hanno dimostrato l’affidabilità necessaria a far rifiatare gli attaccanti titolari e il contributo dei due centravanti è praticamente nullo. 

Sul fronte del centrocampo, il focus si concentra sugli esterni di fascia, chiamati a dare respiro a giocatori considerati titolari come Dumfries, Darmian e Dimarco. Tra gli investimenti effettuati dal club nerazzurro, Carlos Augusto è quello che più ha saputo sfruttare le chance offerte da Inzaghi diventando il primo sostituto, contemporaneamente di Bastoni e dello stesso Dimarco, grazie alla sua duttilità tattica. Centrocampisti come Cuadrado e Buchanan, parametro zero e investimento da 10 milioni in prestito ora al Villareal, a causa di problemi fisici e arrivi a squadra già innestata, hanno avuto poco spazio e poche possibilità di mettersi in mostra sebbene possano considerarsi Campioni d’Italia a tutti gli effetti. Sulla mediana, Asllani, al terzo anno in nerazzurro, non ha reso come ci si aspettava e discorsi sul suo futuro all’Inter sono stati avviati da tempo. L’ultimo arrivo, Zalewski, ha avuto un inizio promettente ma è presto per dire se si è rivelato un acquisto azzeccato o meno mentre il connazionale, Zielinski, è un rebus: poche prestazioni ai livelli di Napoli e molta altalena che lo ha relegato in panchina per un totale di 6 gettoni dall’inizio. Panchina condivisa da un altro elemento dell’Europa del Nord, Klaassen, svincolatosi in anticipo dall’Ajax per vestire nerazzurro e tornare solo un anno dopo ai Lancieri.

Capitolo difesa. In prospettiva, Marotta ha deciso di ultimare l’acquisto di Tomas Palacios, giovane centrale argentino dall’Independiente Rivadavia. Il poco minutaggio concessogli da Inzaghi lo hanno spinto a trasferirsi a Monza dove ha trovato l’esordio in Serie A nella sconfitta per 0-1 in casa con il Verona. L’investimento principale del mercato dell’Inter però si chiama Josep Martinez, portiere prelevato dal Genoa e destinato a prendere, teoricamente, il posto di Sommer in maniera graduale, così come visto nell’avvicendamento tra Handanovic e Onana nel 2023. L’ex grifone ha avuto un’unica possibilità di difendere i pali della Beneamata, in Coppa Italia contro l’Udinese, rispondendo presente ma non vedendo più il campo.

Calcoli alla mano, nelle ultime sessioni di mercato, l’Inter ha speso un totale di 150 milioni di euro complessivi per 17 giocatori, di cui solo tre titolari. Numeri che dimostrano come la rosa sia effettivamente competitiva ma che le difficoltà maturate nella sconfitta con la Fiorentina e nel pareggio nel derby non sono da sottovalutare. Il futuro si preannuncia ostico per i Campioni d’Italia chiamati ora a più battaglie su più fronti. Il campo, giudice supremo, darà il suo verdetto.

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