Bove come sta. Il ritorno di Edoardo Bove sul campo in Italia è incerto e in bilico, soprattutto dopo la scoperta di una piccola cicatrice cardiaca emersa in seguito a due risonanze magnetiche eseguite dopo il ricovero. Questa potrebbe essere la manifestazione di un problema più remoto. L’aritmia durante la partita e quei momenti che sono sembrati interminabili – come riportato da La Gazzetta dello Sport – potrebbero essere il risultato di una causa insidiosa e difficile da prevedere. L’attenzione è quindi focalizzata sulla miocardite del 2020, che il giovane calciatore della Roma aveva affrontato e superato con l’ausilio di cortisone e riposo, senza apparenti conseguenze, e su possibili eventi avvenuti durante l’adolescenza.
Bove come sta: i controlli medici e la ricerca di risposte
Il quotidiano sportivo riporta che i medici stanno esaminando con attenzione la sua storia clinica e il suo profilo genetico per identificare l’origine del problema. In situazioni come queste, la prassi cardiologica prevede l’uso di un defibrillatore di “prevenzione secondaria”, un dispositivo che è stato impiantato anche a Christian Eriksen in passato. Se così fosse, Bove non avrebbe più l’autorizzazione per giocare in Italia, visto che nel nostro paese le regole sono stringenti e calciatori con defibrillatore non ottengono l’idoneità sportiva. Cose che all’estero non accade. E infatti Eriksen gioca regolarmente in Inghilterra.