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Addio a Bruno Pizzul: la storica voce che ha raccontato il calcio agli italiani

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Nella giornata dedicata al grande calcio europeo, l’Italia si ritrova a compiangere la scomparsa di chi ha raccontato con semplicità ed entrando nelle case e nei cuori dei tifosi di calcio del nostro Paese. Bruno Pizzul si è spento all’ospedale di Gorizia, all’età di 86 anni.

Tutto molto bello“: chi era Bruno Pizzul

Il giornalismo sportivo italiano deve dire addio alla voce di Bruno Pizzul. Il giornalista è nato nel 1938 ad Udine, si approcciò da subito al mondo del calcio, giocando come difensore nel Catania, nell’Ischia e nell’Udinese – ma la sua carriera finì ben presto per via di un infortunio al ginocchio.

Eppure, nonostante questa sfortuna, Bruno era destinato a diventare parte della storia del calcio italiano. La sua leggendaria carriera parte nel 1969, quando viene assunto dalla Rai dopo aver superato il concorso per radio-telecronisti. L’anno dopo commentò la sua prima partita (Juventus-Bologna di Coppa Italia), in cui arrivò in ritardo ed iniziando la telecronaca solo al 16esimo minuto di gioco.

Così inizia la storia di una delle voce che accompagno gli italiani in diversi momenti storici: la finale della Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool nell’85, che coincise con la strage dell’Heysel che il telecronista friulano si trovò a commentare in diretta TV. Ma anche le due finali della Coppa delle coppe del ’73 (vittoria del Milan ai danni del Leeds) e del ’99 (vinta dalla Lazio) e della finale della Coppa Uefa vinta dal Parma (sempre nel 1999).

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Ma fu anche la voce che accompagnò la Nazionale italiana dal 1986 al 2002. Bruno Pizzul sostituì un’altra storica voce del giornalismo italiano, quella di Nando Martellini, proprio nel Mondiale in Messico – un passaggio di testimone di altissimo livello. Sempre di Pizzul, fu l’onore di raccontare le Notti Magiche di Italia ’90. Non ha mai potuto gioire in telecronaca per un trofeo degli Azzurri, eppure rimane la voce che ha saputo raccontare al meglio le emozioni italiane (compreso quel cucchiaio di Totti in Olanda-Italia in semifinale di Euro 2000).

Una voce che ha raccontato i trionfi nerazzurri

Alla notizia della scomparsa del noto giornalista e telecronista sportivo, anche l’Inter – sui propri canali social – ha voluto esprimere il suo cordoglio e la vicinanza alla famiglia di Bruno Pizzul: “Storica voce dello sport italiano, hai raccontato le emozioni del calcio e i successi nerazzurri con passione. Caro Bruno, ti ricordiamo allo stadio con le cuffie e il microfono, tuoi inseparabili compagni. Stringiamo in un grande abbraccio la tua famiglia e tutti i tuoi cari“.

Il friulano rappresenta a tutti gli effetti un simbolo del giornalismo sportivo del Paese. Se da un lato c’era la penna di Gianni Brera, dall’altra c’era proprio la voce di Bruno Pizzul. Capace di raccontare i momenti più tristi che quelli di festa, con semplicità ed un tono gentile e pacato.

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Una delle tante feste che ha potuto raccontare è quella del 13esimo Scudetto nerazzurro, nella leggendaria stagione 1988/89. In quell’occasione, il 28 maggio ’89, Bruno Pizzul si ritrovava a bordo campo come inviato di Rai Due, per seguire lo scontro diretto Inter-Napoli a San Siro. La linea data a Pizzul nei minuti finali che raccontava la gestione del 2 a 1 dei nerazzurri contro i partenopei di Diego Armando Maradona.

Al triplice fischio, che decretò anche la matematica vittoria dello Scudetto dell’Inter, il tredicesimo della storia del club meneghino, si fiondò subito in campo a seguire il tecnico nerazzurro Giovanni Trapattoni per strappargli la prima dichiarazione da Campione d’Italia: “È qualcosa di irrepetibile, sempre più meraviglioso“.

Poi partecipò alla festa nello spogliatoio degli interisti, riuscendo a intervistare due leggende del calcio tedesco: Lothar Matthaus e Andreas Brehme (quest’ultimo scomparso a 20 febbraio 2024). Così, anche nel giorno in cui l’Inter di Trapattoni vinceva lo “Scudetto dei Record“, a raccontare questa storia c’era ancora una volta Bruno Pizzul.

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