Come ormai già noto, la partita tra Inter e Roma, inizialmente in programma sabato, è stata posticipata alle ore 15:00 di domenica. Sabato sarà infatti la giornata dedicata ai funerale del Pontefice, con tutti i turni del campionato previsti sabato che sono stati riprogrammati. Bene, sorge però un problema e, soprattutto, un retroscena.
Il problema risiede nel fitto calendario nerazzurro, con il rinvio della partita che adesso farà sì che l’Inter avrà 24 ore in meno di preparazione alla semifinale d’andata con il Barcellona, nonché sempre 24 ore di riposo in meno rispetto ai blaugrana, impegnati sabato nella finale di Coppa del Re contro il Real Madrid. Il retroscena, invece, ha motivazioni logistiche e, probabilmente, anche d’immagine.
Il retroscena
Il Presidente della Serie A, Enzo Simonelli, ha respinto la richiesta dell’Inter di recuperare la partita in data da destinarsi. I nerazzurri avevano proposto una data nel mese di maggio, ma a detta della Lega, in una situazione di classifica come quella attuale non sarebbe stato opportuno. Le valutazioni effettuate dalla stessa Lega sono state riportate dal Corriere dello Sport: “I vertici della Lega non hanno ritenuto opportuno, a 5 giornate dal termine, affrontare il finale di stagione con l’asterisco nella classifica. C’è anche chi ha fatto notare che non sarebbe stato corretto far scontare la squalifica di Bastoni e Mkhitaryan con il Verona il 3 maggio prossimo invece che contro i giallorossi”.
A tal punto è arrivata una controproposta, con Simonelli che ha offerto all’Inter la possibilità di disputare la partita sempre il sabato, posticipandola però alle 20.45. Offerta che l’Inter, dopo un confronto tra Simone Inzaghi e Giuseppe Marotta, ha rispedito al mittente, probabilmente per non scatenare un putiferio mediatico con l’accusa di favoritismi. Anche questa concezione, offerta sempre dallo stesso Corriere dello Sport, è solamente una sensazione, nulla di concreto e fondato. Ma, in caso di verità totale o parziale, sarebbe solamente la conferma della pressione mediatica che ai nerazzurri viene riservata da anni, una pressione che potrebbe aver portato la stessa società ad andare contro i suoi stessi interessi pur di non finire, ancora una volta, nell’occhio del ciclone.