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mercoledì, Aprile 30, 2025

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Uomini e campioni: Franz Beckenbauer

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Franz Beckenbauer nasce in un paesino vicino a Monaco, Giesing, l’11 settembre del 1945. La Germania è presidiata dalle forze di occupazione straniera  e le strade della città sono colme di macerie. La povertà è di casa e dare due calci ad un pallone fatto di stracci era il classico divertimento della prima generazione del dopoguerra tedesco. Franz aveva talento, era molto dotato e intelligente.

Il fratello maggiore lo segue attentamente quando gioca come centravanti nel Monaco 1906. Verso la fine di maggio del 1958 il piccolo Franz con alcuni compagni si presenta alla sede del Bayern per un provino e Beckenbauer lo supera. Il Bayern, fondato il 27 febbraio del 1900, fu costretto per lungo tempo a vivere nell’ombra del più prestigioso Monaco 1860. Prima di arrivare ai vertici del calcio tedesco e poi di quello continentale, il Bayern riuscì a centrare solamente due traguardi: un campionato tedesco nel 1932 e nel ’57 una Coppa di Germania battendo nella finale il Fortuna Dusseldorf.

Franz Beckenbauer, Kaiser-Franz per i tedeschi, ha vinto in carriera tutto quanto c’era da vincere. Coppe dei Campioni, Coppa Intercontinentale, Coppa delle Coppe, Campionati e Coppe di Germania con la maglia del Bayern, Coppa del Mondo e Coppa delle Nazioni con la maglia bianca della Nazionale, Pallone d’Oro come miglior calciatore europeo in due occasioni (1972 e 1976).

Nel corso dei Campionati del Mondo d’Inghilterra, il mondo fu in grado di ammirare le enormi capacità tecniche del futuro campione. Fu un grande mediano d’attacco. Tocco di palla elegante, coordinazione massima nella corsa, lancio preciso e smarcante, tiro rapido e preciso. Tutto questo fece di lui una delle stelle del calcio tedesco.

Giocando come mediano era diventato un giocatore fortissimo ma quando Schoen ebbe l’intuizione di metterlo alle spalle di tutti concedendogli maggiore libertà per il suo incedere e per le sue incursioni Franz Beckenbauer diventò un giocatore immenso. Interpretò il ruolo di libero in modo sublime e lo elevò alla perfezione. Aiutato da una classe innata, è stato uno dei primi difensori a prodigarsi nella costruzione della manovra, senza limitarsi alla fase di contenimento degli attaccanti avversari.

L’11 maggio del ’63 furono designate, da parte della Federazione tedesca occidentale, le sedici società invitate a partecipare al primo campionato nazionale (Bundesliga). Il Bayern non era fra le sedici elette; il Monaco 1860 faceva parte degli eletti. Neudecker, presidente del club nonché impresario edile molto capace, ritenne la scelta ingiusta e minacciò le vie legali per ottenere giustizia.

Assunse Zlato Chaikovskj il grande mediano jugoslavo degli anni ’50 come allenatore e nel giro di due anni conquistò l’agognata promozione, con una squadra molto giovane, nella quale si distinguevano il portiere Sepp Maier, cresciuto nel vivaio assieme a Franz Beckenbauer che giocava al centro della zona mediana del campo e l’attaccante Gerd Muller arrivato nel 1964 dal Noerdlingen.

L’impatto con la Bundesliga fu difficile per la compagine di Neudecker. Allora il Monaco 1860 era molto più forte ed esperto. Il Bayern si rivelò subito una compagine ambiziosa.  I rivali riuscirono a prevalere nella classifica finale con cinquanta punti nelle trentaquattro partite disputate.

Il Bayern si classificò secondo a pari merito con il Borussia Dortmund a soli tre punti dal vincitore. Le cose però andarono in modo diverso in Coppa di Germania. Fin da allora il Bayern mostrò doti inclini alla lotta e negli incontri ad eliminazione diretta era in grado di far prevalere grande forza di carattere e lucidità. Il 4 giugno del ’66, in finale, incontrò  il Duisburg e lo travolse per 4-2. Il Bayern fu schierato da Chaikovskj con la seguente formazione: Maier; Nowak Olk; Rigotti Beckenbauer Kupfer Schmidt; Nafziger Muller Ohlhauser Koulmann Brenniger.

Beckenbauer si guadagnò la qualifica di migliore in campo. L’importanza di Chaikovskj fu grande. Oltre ad essere stato un grande del calcio fu lo scopritore di Beckenbauer, l’uomo cioè che lo impostò da mediano per sfruttare al meglio l’eleganza e la classe  nel palleggio. Helmut Schoen ebbe il merito di rendersi subito conto che mediano forte e robusto poteva essere inserito subito nella Nazionale tedesca. E con coraggio lo fece debuttare il 26-9-1966 a Stoccolma in una partita decisiva per l’ammissione ai campionati del Mondo. La Germania riuscì a prevalere per 2-1 con reti di Kramer e Seeler e la qualificazione fu raggiunta. Da allora Franz divenne titolare fisso della Nazionale e la Nazionale tedesca fece un decisivo salto di qualità. Ai mondiali inglesi fu uno dei grandi protagonisti della sfida che opponeva la Germania alla Russia. Dopo la rete in apertura di Haller pareggiata poi da Porkujan, la Germania continuò ad attaccare, ma il grande Jascin sembrava imbattibile. Quasi alla metà della ripresa, scambiato il pallone con Haller a centrocampo, Beckenbauer lasciò partire, dai venti metri, un tiro teso e preciso a mezz’altezza, verso l’angolo alla destra di Jascin. Il portiere russo riuscì solo a sfiorare. Fu il gol che assicurava ai bianchi di Schoen la finale con l’Inghilterra.

In finale gli inglesi dominarono la prima frazione e a pochi minuti dal termine conducevano per 2-1 quando Weber riuscì a pareggiare. Nei tempi supplementari gli uomini di Ramsey cominciarono ad accusare una certa stanchezza e sembrava che sotto la spinta di Beckenbauer i tedeschi potessero conquistare la vittoria. Ma una gran botta di Hurst da distanza ravvicinata, incocciò la traversa e la palla tornò in campo. Gli inglesi gridarono al gol e Dienst che non aveva visto tanto da poter decidere, si rivolse al segnalinee russo Backramov, che assegnò la rete. L’episodio decise la partita anche se in chiusura Hurst mise a segno la rete che fissò in 4-2 per gli inglesi il risultato finale. Le ricostruzioni fotografiche dimostrarono poi che la palla non era entrata. Beckenbauer disputerà, con la sua nazionale, ben 103 incontri segnando 14 reti.

Intanto con la maglia del Bayern iniziò un cammino che lo avrebbe portato a vincere allori importanti. La squadra che appena due stagioni prima militava nella seconda divisione tedesca, aveva fatto, infatti, un gran salto di qualità grazie proprio alle prestazioni straordinarie di Beckenbauer, ai gol astuti e puntuali di Muller e alle parate miracolose di Sepp Maier.

Un saggio della grande bravura il Kaiser lo diede nella finale della Coppa delle Coppe. In semifinale contro lo Standard di Liegi il Bayern giganteggiò prevalendo per 5-1. Finale quindi a Norimberga con i Rangers di Glasgow, il 31 Maggio del ’67. I tedeschi con: Maier; Nowak Kupferschmidt; Roth Beckenbauer Olk; Nafziger Ohlauser Muller Koulmann Brenninger e  scozzesi con: Martin; Johansen Provan; lardine McKinnon Greig; Henderson Smith A. Hynd Smith D. Johnston.

Fu una battaglia durissima conclusa dal tedesco Roth nel secondo tempo supplementare. Alla fine il Bayern riuscì ad avere ragione dei suoi avversari conquistando quella caratura internazionale tanto ambita dai giocatori bavaresi. Da quella data, 31 Maggio 1967, all’ultimo grande successo del Bayern, conquista della Coppa Intercontinentale di Club, il 22-12-1976 a Belo Horizonte, passano poco più di nove anni, e in questo lasso di tempo la squadra bavarese è sempre stata al livello di preminenza nel calcio internazionale. Il dominio nella Coppa dei Campioni si protrasse per tre anni, 1974, 1975, 1976.

Con la maglia del Bayern, ad eccezione della Coppa Uefa, Beckenbauer vince tutto. Dopo il terzo scudetto di fila guida la sua Nazionale ai Mondiali casalinghi del 1974 e sarà lui a sollevare la coppa del Mondo. Non poteva mancare il Pallone d’Oro, che Kaiser Franz si è aggiudicato per ben due volte.

Beckenbauer ci rimarrà per sempre nel ricordo per le grandi prestazioni della nazionale tedesca, a cominciare dai Mondiali del Messico, quando negli incandescenti tempi supplementari che videro i tedeschi sconfitti di misura dai nostri azzurri, Beckenbauer giocò con un braccio al collo dovuto ad un contrasto di gioco e spinse i suoi all’attacco della porta difesa da Albertosi. Senza dimenticare la bella e tremenda finale di Monaco dei Mondiali del 74, contro gli olandesi schierati con: Jongbloed; Suurbier Krol; Jansen Rijsbergen Haan; Rep Van Hanegem Cruijff Neeskens Rensenbrink e i bianchi di capitan Franz, con: Maier; Vogts Breitner; Bonhof Schwarzenbeck Beckenbauer; Grabowski Hoeness Muller Overath Holzenbein. In particolare la memoria si ferma ai drammatici minuti iniziali con Cruijff lanciato a rete e Vogts costretto al rigore realizzato da Neeskens.

Gli olandesi apparivano più forti sotto la spinta del grande Cruijff, ma fu il Kaiser a laurearsi campione del mondo. In una delle sue giornate più fortunate mise in vetrina un gioco brillante, finezze tecniche e nello stesso tempo fu preciso e determinato. Non ci fu scampo per gli uomini dell’ambizioso Cruijff. La Coppa finì nelle mani di Beckenbauer che coronava così con la massima conquista la sua carriera internazionale. All’età di trentadue anni esce di scena ma non abbandona il calcio giocato. Nel 1977 si trasferisce in America, dove gioca con la squadra di New York e comincia a vincere anche oltre oceano; dal 1977 al 1980 arrivano i trionfi nel campionato di calcio statunitense con la maglia dei Cosmos. Rientrato in Germania, Franz conclude la carriera con due stagioni ad Amburgo.

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